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Ankama: storia di un successo

In occasione della Games Week di Milano, abbiamo avuto l'opportunità di incontrare Ankama. Valentina Rossi ci ha raccontato la storia di questo piccolo sviluppatore protagonista di un vero successo.

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L'industria videoludica è costituita da varie figure, che insieme costituiscono quella che in Italia viene spesso definita "filiera". Semplificando, potremmo dire che dietro ogni videogioco ci sono almeno tre ruoli fondamentali: lo sviluppatore, il publisher e il distributore. Il primo è costituito dai talenti che creano materialmente il gioco: programmatori, designer, creativi, eccetera. Il secondo si occupa del sostentamento economico del progetto, del marketing e delle relazioni pubbliche. Il distributore, infine, è colui il quale si fa carico di portare nei negozi il prodotto finito.

In alcuni casi due di queste figure collimano. In altri casi, la società si occupa di tutta la filiera, dalla fase di concepimento del prodotto fino alla sua consegna nei punti vendita. Dietro questi esempi, però, si celano spesso dei veri e propri colossi, con disponibilità economiche gargantuesche e uffici dislocati in ogni angolo del pianeta.

Quando ci siamo avvicinati alla realtà di Ankama, scoperta fortuitamente cinque o sei anni fa, mai avremmo pensato di assistere alla nascita di un successo. L'azienda all'epoca produceva (e produce tutt'ora) un gioco di ruolo online basato su modello free-to-play, di una qualità sorprendentemente alta e con un concept sufficientemente diverso dalla miriade di MMORPG d'azione gratuiti che invadevano la rete. Anziché offrire azione in tempo reale, infatti, gli scontri in Dofus - questo il titolo del gioco - ibridano strategia e RPG, ricordando per molti versi i combattimenti della serie Heroes of Might and Magic, ma con un piglio decisamente meno epico.

Ankama: storia di un successo
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Ankama: storia di un successoAnkama: storia di un successo
Due immagini di Dofus

Il character design fortemente orientale, coadiuvato dalla presenza di animali antropomorfi, lascia ingannevolmente intuire uno sviluppo orientale. Ankama però nasce a Roubaix, nella regione Nord-Passo di Calais, in quella Francia raccontata da Dany Boon nel film Giù al Nord. Quella che ci accingiamo a raccontare, dunque, è una storia tutta Europea di ottima imprenditoria videoludica.

Incontro Valentina Rossi, responsabile della comunicazione di Ankama, in occasione della Games Week di Milano. Qui l'azienda ha uno stand, con un ampio spazio dedicato al merchandise. Ben presto mi ritrovo circondato da pupazzetti e manifesti, gradevolissimi, tutti in stile manga (occhi grandi, tratti dolci) e da un video in loop sopra di me. Ovviamente ho molte domande, ma ciò che più mi incuriosisce è proprio il bancone alla mia destra, sommerso da ogni genere di prodotto promozionale - dai peluche ai libri.

Ankama: storia di un successo
Uno dei peluche di Ankama
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Ma prima, voglio sentire la storia di Ankama che, secondo le informazioni raccolte qua e là su internet, è una storia molto curiosa. L'azienda nasce dieci anni fa come agenzia web, ma solo nel 2003 decide di entrare nel campo dei videogiochi. Dofus viene sviluppato in pochi mesi, interamente in Flash e rilasciato l'anno successivo solamente per il pubblico di lingua francese. La risposta del pubblico è ottima, e Ankama traduce il gioco, ampliando così l'audience potenziale. Siamo nel 2005, quando il gioco entra nella sua fase di release ufficiale: il successo è talmente grande da spingere la società ad intraprendere nuovi progetti.

Inizia così lo sviluppo di un nuovo videogame, Wakfu (attualmente in open beta), e la realizzazione di svariati progetti collaterali. Questi includono giochi di carte collezionabili, browser game, un titolo XBLA (Islands of Wakfu), un titolo iPad, fumetti, CD musicali, i peluche e il merchandise da cui sono circondato oltre a una serie animata in onda su Cartoon Network.

Ankama: storia di un successo
Un combattimento nella beta di Wakfu

Ankama non ha abbandonato Roubaix, aprendo però delle succursali a Parigi, Lione e persino a Tokyo, per mantenere un canale aperto con gli artisti giapponesi ai quali, evidentemente, lo stile grafico delle produzioni di questa società deve molto. La cosa sorprendente, però, è che tutto in Ankama è autoprodotto. Niente intermediari, niente terze parti: la piccola società ha fatto tutto con le sue mani mantenendo degli standard qualitativi sorprendentemente alti. In barba alle produzioni multimilionarie con tre o quattro studi di sviluppo esterni coinvolti contemporaneamente.

Dopo avere ricevuto questa mole di informazioni ed essermi consumato le dita sul computer, la mia sete di risposte ha lasciato spazio ad una sincera ammirazione. Naturalmente voglio sapere cosa riserverà il futuro, pur essendo quasi spaventato visti i risultati ottenuti in poco più di cinque anni dall'uscita ufficiale del loro primo videogioco. "Per il momento attendiamo il lancio di Wakfu, a febbraio del prossimo anno" sorride Valentina Rossi "anche se siamo fieri del rilascio del nostro nuovo browser game, Boufbowl".

Ankama: storia di un successo
Un immagine della serie animata Wakfu

Personalmente ho trovato l'incontro con Ankama uno dei più interessanti dell'anno. Ammetto di avere un debole per tutto il mercato dei giochi indipendenti, ma vedere uno sviluppatore indie "farcela" è senza dubbio un'emozione. Per il momento il prossimo importante appuntamento con questa azienda francese è fissato a febbraio 2012, qundo Wakfu entrerà nella sua fase di release ufficiale. Per gli impazienti, però, la beta è a portata di un click.



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