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Army of Two: The Devil's Cartel

Army of Two: The Devil's Cartel

Quando un gioco cerca di essere semplicemente divertente, non c'è nulla di male. Il problema è che dovrebbe impegnarsi per farlo. Le premesse del nuovo Army of Two sono un po' deludenti.

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Il franchise di Army of Two si è trovato in difficoltà dopo gli scarsi risultati di The 40th Day (uscito nel gennaio 2010 - con punteggi di Metacritic di 73 e 74, rispettivamente su 360 ePS3). Dopo le recensioni relativamente buone del primo gioco, la serie sembrava avere perso smalto, e i giocatori non sembravano interessati a Salem e Rios, e ai loro imbrogli a Shanghai. I giochi avevano un feeling abbastanza casual, di stampo militare, con maschere, uno stile di gameplay arcade e un sistema cooperativo un po' ingannevole.

Molte cose sono successe da allora. EA Montreal è stato portato nella famiglia di Visceral Games, i personaggi principali, Salem e Rios, sono stati sostituiti, è stato introdotto un nuovo motore di gioco (Frostbite 2), e le mosse cooperative che hanno caratterizzato i primi due giochi sono state quasi completamente eliminate.

Army of Two: The Devil's Cartel

È una nuova alba per Army of Two, ma che si accompagna ad una crisi di identità. Che cosa contraddistingue Army of Two dagli altri giochi, e perché dovremmo interessarcene quando, a marzo 2013, uscirà in contemporanea (o quasi) con titoli del calibro di Bioshock Infinite, Crysis 3, Gears of War: Judgment, Aliens: Colonial Marines, e Metro: Last Light? Se dobbiamo credere allo sviluppatore, la ragione è una sola: il divertimento. Vogliono creare un gioco accessibile, che consenta di giocare in cooperativa con popcorn e birra alla mano. Non è il passo più ambizioso che abbia mai visto, ma almeno sembra onesto. Army of Two: The Devil's Cartel non è un gioco che vuole reinventare il genere o risultare illuminante. Vuole solo essere divertente.

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Dopo aver provato la demo di dieci minuti del gioco, posso vedere con chiarezza quale direzione abbiano preso gli sviluppatori, ma non posso affermare di essermi divertito molto. Anziché utilizzare le mosse contestuali di Salem e Rios, quello che abbiamo fra le mani è uno sparatutto in terza persona in cui il gioco di squadra consente di sbloccare una modalità "overkill" , dove i giocatori sono invulnerabili, imprimono più danni e hanno munizioni infinite per alcuni secondi. Mi muovo tra copertura e copertura con il tocco di un pulsante. Il tutto è fluido, e minimizza l'impegno. Anche i nemici, però, fanno uso delle coperture, sebbene sembrino ignari del fatto che esse possono essere distrutte.

The Expendables è il primo film che mi è venuto in mente quando ho visto Army of Two: The Devils' Cartel per la prima volta, è gli sviluppatori ne hanno parlato di frequente. Si tratta di un paragone opportuno. Prima di tutto, The Expendables è un film che chiede al suo pubblico di capovolgere i propri cervelli e godersi la pellicola, proprio come The Devil's Cartel, ma è anche un film che fa l'occhiolino ai film d'azione degli anni '90, così come The Devil's Cartel fa l'occhiolino agli sparatutto della vecchia scuola. Ma, al contempo, cerca alcuni momenti per farvi ridere a crepapelle. Però, dal punto di vista dei personaggi, le due opere non si possono paragonare: i due nuovi protagonisti sono ben poco carismatici.

Army of Two: The Devil's Cartel

Alcuni degli elementi dei due giochi precedenti sono ancora presenti sullo sfondo. Ad esempio, è possibile uccidere i nemici da una posizione arretrata rispetto al proprio compagno, ottenendo maggiori punti "overkill".

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Il resto di Army of Two: The Devil's Cartel si comporta come un qualunque clone di Gears of War. I nemici sono coriacei, e fintanto che si resta coperti non si rischia la pelle.

Army of Two: The Devil's Cartel

La cosa che mi ha impedito di godermi Army of Two: The Devil's Cartel, però, era lo stato di pulizia del codice. È raro che i giornalisti vengano autorizzati a giocare una demo con così tanti bug e problemi, in così pochi minuti di gioco. Non è che questi problemi (come rimanere bloccati in copertura, per esempio) non possano essere risolti, ma restano interrogativi sul resto del gioco, se la parte migliore che sono riusciti a mostrarci è così indietro. Con soli cinque mesi al lancio - realisticamente quattro mesi prima della stampa dei DVD - la cosa mi preoccupa parecchio. Il gioco sicuramente trae del beneficio dal motore Frostbite 2, ma rispetto alla media degli altri giochi che utilizzano questo motore, The Devil's Cartel è un po' scadente in termini di grafica. Il tema del Sud America offre alcuni scenari piacevoli, ma stufa.

Questo breve hands-on con Army of Two: The Devil's Cartel mi ha lasciato abbastanza indifferente. Non c'era davvero niente che fosse in grado di catturare la mia attenzione e il mio interesse. Certo, un gioco d'azione in cooperativa è sempre divertente, e la follia dell'"overkill" ci farà fare alcune risate, ma alla fine il tutto si presenta come un po' insipido e privo di identità.

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PREVIEW. Scritto da Bengt Lemne

Quando un gioco cerca di essere semplicemente divertente, non c'è nulla di male. Il problema è che dovrebbe impegnarsi per farlo. Le premesse del nuovo Army of Two sono un po' deludenti.



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