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Blades of Time

Blades of Time

Un gioco in cui il paradosso temporale è il nostro pane quotidiano. Abbiamo provato in anteprima Blades of Time, un gioco che ci è subito apparso più originale del previsto.

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Per uno sviluppatore di videogiochi non è facile spiegare un'idea autentica e originale quando questa è, al contempo, complessa e apparentemente simile al concept di un altro gioco. Quando abbiamo visto per la prima volta Blades of Time, un gioco in cui "riavvolgere il tempo" è uno degli elementi portanti del gameplay, Prince of Persia era sulla bocca di tutti. Anche degli stessi sviluppatori.

Fermiamoci un momento, perché le cose sono piuttosto complicate. Persino Gaijin ha dovuto ripetere due o tre volte le stesse informazioni, al fine di fugare ogni dubbio. "Riavvolgere il tempo", infatti, è un'idea presente in Blades of Time, ma coniugata in una maniera totalmente diversa rispetto a quella presente nella serie di Ubisoft.

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Ovvero: in Prince of Persia, attraverso le Sabbie del Tempo, potevamo riavvolgere l'intero continuum spazio-temporale. Questa funzionalità, dunque, diventava utile quando il giocatore si trovava in pericolo, ad esempio dopo un salto finito nel vuoto o un combattimento iniziato nel peggiore dei modi. Questo si traduce in un uso prettamente "correttivo" del potere, che consentiva al giocatore di procedere attraverso una dinamica trial-and-error.

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In Blades of Time, invece, riavvolgere il tempo significa entrare in un paradosso temporale. Cerchiamo di spiegarlo meglio: immaginate di trovarvi a tu per tu con un nemico, che vi sta letteralmente massacrando. Riavvolgendo il tempo "in stile PoP" potreste tornare all'inizio del combattimento e studiare una tattica migliore. Con Blades of Time, invece, riavvolgendo il tempo si vede una seconda versione di sé stessi compiere tutte le azioni compiute in precedenza. Una volta fatto ripartire il tempo, dunque, ci troviamo con due versioni di noi stessi sul campo: la versione "vecchia", che replica tutte le azioni compiute da noi in precedenza, e la versione "attuale", che controlliamo direttamente. Ossia: il nemico si troverà ad essere attaccato da noi e dal nostro clone passato.

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La differenza tra le due meccaniche è netta, ed appare subito chiaro quale fra le due consenta il maggior numero di usi in termini di strategia e di meccaniche di gioco. In Blades of Time, dunque, ci troviamo necessariamente in situazioni di inferiorità numerica, o al cospetto di nemici che richiedono di essere attaccati da più fronti per poter essere sconfitti.

Per la verità, una buona metà della presentazione di Blades of Time è stata dedicata alla spiegazione di questa dinamica, sia per la sua complessità che per il suo peso all'interno del gioco. Gli sviluppatori, infatti, spingono il giocatore a fare uso in continuazione di questo meccanismo e ad utilizzarlo in maniera annidata, fino a generare sullo schermo un vero e proprio piccolo esercito di propri cloni. Con tre minuti di "rewind time" a disposizione, si ha un'enorme sensazione di libertà, che potrebbe spingere il giocatore ad attaccare un nemico con "qualità" piuttosto che con "quantità", a seconda delle sue scelte strategiche.

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Non è tutto qui, però. Blades of Time anche e soprattutto un hack and slash ambientato in un ambiente fantasy. Si interpreta Ayumi, una sorta di cacciatrice di tesori, membro di una banda dalla morale alquanto sottile, che si ritrova nel bel mezzo di un'isola sperduta, densa di mostri demoniaci.

La possibilità di usare due armi e la capacità di infliggere danni con una pistola, ci ha ricordato più di una volta Bayonetta. Pur non discostandosi molto dagli archetipi dell'hack and slash tradizionale (salto nel tempo a parte) il gioco ci è apparso davvero interessante, sufficientemente originale e colorato.

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Durante il test abbiamo potuto vedere diversi tipi di location, che spaziano da lande ricoperte di neve fino ai deserti, oltre alle immancabili rovine di templi da espugnare. Nel complesso, l'esperienza si prospetta essere variopinta, pur restando all'interno dei limiti della ripetitività indotta da un gioco di questo tipo.

Per rendere il gameplay più vario, il giocatore ha a disposizione un certo numero di attacchi, oltre a delle magie potenziabili ed attivabili grazie a una barra, che si riempie sconfiggendo altri nemici. Si ha così un quartetto di abilità a disposizione: attacchi da mischia, attacchi a distanza, armi da fuoco e viaggi nel tempo.

Blades of TimeBlades of Time

Come detto, dal punto di vista del design il gioco è una festa di colori. Il character design, in particolare dei mostri, è davvero notevole. Riguardo alla protagonista, questa non ci è parsa particolarmente carismatica, ma non ci sentiamo di confermarlo. Per il momento, diamo tempo ad Ayumi e alla sua storia piratesca: potrebbero rivelarsi più interessanti del previsto.

Il gioco sarà disponibile nel primo trimestre dell'anno (già confermato per marzo negli USA e in Giappone). Siamo moderatamente ottimisti nei confronti di questo gioco. Gaijin si sta confermando essere uno degli sviluppatori più promettenti dell'Est Europa, e siamo convinti che anche questo progetto sia stato trattato nel modo giusto.

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PREVIEW. Scritto da Lorenzo Mosna

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