Bulletstorm

È passato poco meno di un anno da quando Epic Games e People Can Fly hanno annunciato Bulletstorm. Gli sviluppatori di Painkiller sono così al lavoro utilizzando le novità di Unreal Engine, la propria grande esperienza e la leadership dei produttori di Gears of War. Un potenziale enorme.

Quando People Can Fly ha iniziato a lavorare su Bulletstorm, originariamente intendeva creare uno sparatutto in terza persona, ma una volta che Epic è stata coinvolta è stato deciso che la prospettiva in prima persona sarebbe stata più profittevole. La cosa, inoltre, avrebbe aiutato il gioco a differenziarsi da Gears of War, ricordandosi inoltre che Gears of War 3 era inizialmente previsto per il lancio a due mesi di distanza dal rilascio di Bulletstorm. Data l'ambientazione nello spazio, gli eroi muscolosi e la tecnologia del gioco, i titoli sono già abbastanza simili. La prospettiva in prima persona, inoltre, ha più senso in un gioco che si concentra meno sulle meccaniche di copertura e infinitamente di più sulle mosse offensive.

Un'altra cosa che Bulletstorm ha in comune con la serie Gears of War è il fatto che nessuno sembra preoccuparsi della storia e dell'ambientazione. Al sottoscritto piace pensare che ci sia una sorta di messaggio celato nel conflitto tra gli umani di Sera e i loro amici incompresi a forma di locuste. Ma è una cosa mia. Per quanto riguarda la storia in Bulletstorm riguarda il tipico anti-eroe dell'era spaziale il cui passato lo segue come un'ombra, obbligato in qualche modo a ritornare ai tempi in cui prendeva a calci nel culo gli altri. Epic ha firmato un contratto con il fumettista Rick Remender (Punisher, Fear Agent, Uncanny X-Force) per dare al racconto un po' di brio in più, e forse la storia ci ricompenserà con qualche sorpresa.

La storia ruota attorno a Grayson Hunt, il tipico eroe d'azione, che è parte di un'unità mercenaria chiamata Dead Echo. Mentre si scopre che sta lavorando per i "cattivi" , lui e il suo fedele compagno Ishi Sato decidono di abbandonare i loro compiti tradendo il loro comandante. Grayson, come diretta conseguenza della cosa, viene esiliato alla periferia della galassia iniziando una nuova vita come pirata spaziale. Un pirata spaziale ubriaco.

Pochi anni dopo Grayson ritrova la sua nemesi, una nave nemica, e inizia una battaglia che vede le due navi naufragare sulla superficie su un pianeta sconosciuto. Grayson ritrova il suo vecchio amico Sato, e ha a che fare con orde di mutanti sulla superficie del pianeta. Mutanti che non vedono l'ora di essere presi a calci.

E questo ci porta al cuore di Bulletstorm: prendere a calci nel culo gli altri. E riempirli di piombo. Probabilmente avete già sentito gli slogan dei trailer - "kill with skill", "circle of awesome", e così via. Il principio di base è semplice quanto geniale: è necessario utilizzare gli strumenti, la pistola, la frusta laser e gli stivali (per i calci), nonché tutto quello che ci circonda per uccidere i mutanti e gli altri nemici in modo creativo. Combinare i metodi differenti, gettare nemici in aria, buttarli nei burroni con la frusta, prenderli a calci e poi sparargli in testa, tutto ciò viene conteggiato con un punteggio e il punteggio viene utilizzato per sbloccare nuove armi e attrezzature che consentono uccisioni ancora più spettacolari. Una figata, insomma.

Cliff Bleszinski, il creativo dietro la serie Gears of War, che ha assistito il team di sviluppo con idee e suggerimenti, ha detto qualcosa sulla falsariga di "solitamente quando sei di fronte a un intero gruppo di nemici che vengono verso di te esclami "oh cazzo no!", mentre in Bulletstorm vogliamo che tu dica "oh cazzo sì". Non sono proprio le sue parole, ma dà l'idea di come i giocatori in Bulletstorm si sentano responsabilizzati. Non ci si sporge da un nascondiglio per piazzare alcuni colpi alla testa. Si prendono letteralmente i nemici a calci nei maroni, lanciandoli su cactus giganti con il nostro "lancia granate a ripetizione".

E questo estremo, coinvolgente e gratificante gioco si sposa piacevolmente con la presentazione in stile fumetto e la trama. Nonostante ci sia parecchia carne al fuoco, Bulletstorm si presenta come un gioco molto compatto. Una lieve preoccupazione in merito il gioco era data da una possibile scarsa presenza di scontri appassionanti, con nemici in piedi proprio di fronte a un una pianta carnivora gigante, in attesa di essere frustati nella sua bocca spalancata, una squadra intera di nemici in attesa di ricevere un ascensore in testa, e così via. Ma guardando un paio di livelli nella demo, è venuto fuori che Bulletstorm è più una sorta di esperienza sandbox che una semplice serie di calci piazzati. Ci saranno ovviamente alcuni punti in cui si procederà in modo assolutamente tamarro, altrimenti non potremmo parlare di action game, ma in Bulletstorm il vero potenziale si libera con la libertà creativa data al giocatore quando si tratta di portare a termine un'uccisione.

Sono sicuro che avete notato che ho citato Gears of War parecchie volte in questo articolo, e c'è una ragione: se si acquista l'edizione Epic di Bulletstorm per Xbox 360, si riceverà un invito alla beta di Gears of War 3.

Bulletstorm è un mix dell'eredità di Epic con i colpi di genio di Unreal Tournament, gli eroi massicci di Gears of War, il passato alla Painkiller di People Can Fly, e l'estetica dei fumetti americani. Speriamo sia in grado di mantenere le promesse fatte quando, a febbraio, arriverà nei negozi.