Demon's Souls è innovativo, aperto, vario e incredibilmente moderno. E al contempo è nostalgico, controllato, ripetitivo e classico. Potrebbe sembrare un mix impossibile, ma la verità è che si tratta di un'esperienza di gioco molto profonda.
Dopo un'introduzione piuttosto irrilevante si viene proiettati all'interno di alcune rovine. In questo luogo si apprendono le basi - si tratta di un action-rpg in terza persona, dove si controlla un piccolo cavaliere (o qualunque personaggio si decida di creare), si impara a roteare la spada, a lanciare le magie, a curarsi. I controlli appaiono rigidi, la telecamera un tantinello caotica. Cose normali, insomma. A un tratto, però, si entra in una nuova stanza in cui un demone vi si fa incontro. E tac, il vostro personaggio schiatta.
Così comincia Demon's Souls. Si finisce a Nexus, un posto relativamente sicuro e misterioso in cui vive un manipolo di personaggi schizoidi. Si tratta di una sorta di confine tra la vita e la morte, nel quale è possibile fare acquisti, migliorare le proprie armi e abilità. Da questo luogo dei portali conducono a cinque differenti mondi da conquistare ad ordine sparso e quante volte si vuole. E queste "volte" saranno parecchie. Il fatto di essere uno spirito, in realtà, è soltanto un contattempo: si possiede meno energia ma si picchia decisamente più forte. Essere morti è "normale" in questo gioco: le volte che si è effettivamente vivi si contano sulle dita di una mano.
Diciamolo chiaramente: se morire e ripetere continuamente le cose non è nelle vostre corde, Demon's Souls non fa per voi. Prima di apprendere i movimenti dei nemici e le loro tattiche si muore decine e decine volte. Il gioco si potrebbe considerare oltremodo sadico, con trappole mortali dietro ogni angolo. Ho imparato ben presto ad avere a che fare con trappole a spuntoni nel livello 4-1, camminando in avanti solo con uno scudo ben alzato quand'ecco che la trappola successiva mi ha colpito da dietro. A volte ti fai strada nell'oscurità solo per giungere sull'orlo di un precipizio. Puf, 30 minuti di gioco buttati via inutilmente.
Certamente non si tratta di un gioco "senza speranza" come i vecchi 8-bit. A meno che non ci si muova in modo incredibilmente goffo, il personaggio diventa ben presto più forte. Le anime sono la moneta di questo mondo, ed ogni nemico sconfitto te ne consegna una certa quantità. Queste si possono usare per acquistare abilità e armi. Morendo si perdono tutte le anime, ma è ancora possibile mettersi alla ricerca del proprio cadavere per recuperarle. Se si muore durante questa operazione, però, le anime vengono perdute. Questa caratteristica bilancia il gioco e lo rende più difficile al tempo stesso. Risulta piuttosto difficile scegliere di proseguire nell'avventura quando si trasportano 15000 anime, in quanto molto probabilmente sarebbe più saggio rientrare a Nexus e utilizzarle per comprare una nuova spada.
Con cinque mondi e tredici livelli, si potrebbe pensare che Demon's Souls è un gioco piuttosto sbrigativo. Al contrario. Ogni mondo è immenso, pieno di segreti, scorciatoie ed elementi da risultare semplicemente impossibile da esplorare intermente in un solo viaggio. Poiché ogni mondo viene visto e rivisto, dopo qualche tempo si apprende la posizione di ogni singolo nemico. Questo significa rendere più facile il gioco, ma al contempo costringe il giocatore a onn rilassarsi mai. Mancare una parata o colpire goffamente un nemico significa morte certa. Il gioco, inoltre, non può mai essere messo in pausa: il menù di armi e armature deve essere sempre attivato in un posto sicuro, ammesso che si riesca a trovare.
Si tratta di un'esperienza di gioco onesta, che non perdona, in grado di rendere Demon's Souls un gioco unico in un orizzonte videoludico dove i checkpoint si trovano ogni cinque metri e la rigenerazione dell'energia è diventata uno standard. Mi ricorda i vecchi tempi, dove si lottava fino all'ultimo cuoricino di energia in giochi come Castlevania e Mega Man. In effetti, Demon's Soul a molto in comune con Zelda II. In particolare, i combattimenti con nemici testardi e terribilmente potenti vestiti con armature da cavaliere ricordano in qualche modo una versione aggiornata dell'avventura di Link.
Ma il gioco è innovativo sotto molti punti di vista. Si rifiuta sempre di guidarti. Quando si crea il proprio personaggio si è obbligati a scegliere tra diverse classi - soldato, barbaro, stregone, cavaliere, eccetera - ma questa scelta influenza solo il tipo di abilità ed armi con cui iniziare. In seguito è infatti possibile trovare il mix ottimale, o al contrario combinare un disastro. Si possono addirittura uccidere i personaggi utili presenti a Nexus, una possibilità che complica ulteriormente le cose.
Un'altra caratteristica interessante è data dal supporto on-line. A meno che non si stacchi il cavo del proprio router, il gioco è sempre connesso. Si tratta certamente di un'esperienza in singleplayer, ma quando si inizia ad esplorare il mondo si possono talvolta riconoscere le sagome di qualche altro gioatore che si trova nello stesso luogo. L'effetto che ne risulta è abbastanza inquietante, ma fornisce anche degli importanti indizi - come ad esempio quando si vede un giocatore correre avanti e iniziare a combattere dietro l'angolo. Pozze di sangue compaiono laddove altri giocatori sono morti, e infine è possibile lascire messagi utili come ad esempio "attenzione alla trappola" o "da qui puoi colpire un nemico da lontano". Se i tuoi consigli aiutano un altro giocatore, si è ricompensati con un pieno di energia vitale.
In ogni caso si può essere coinvolti con gli altri giocatori in altri modi. Sottoforma di spirito è possibile incontrare i giocatori vivi, ed aiutarli. Sconfiggendo un boss insieme si può avere indietro la propria vita, una cosa che facilità il gioco quando si è nuovamente da soli. Un modo più perverso di giocare consiste nell'invadere il mondo di un altro giocatore tentando di ucciderlo. Sottoforma di spirito cattivo non è necessario combattere gli altri mostri ed è possibile attaccare i giocatori quando meno se l'aspettano. Oppure si può semplicemente usare la propria immunità ai mostri per aiutar gli altri. Libertà, insomma. Vedere il proprio mondo invaso da un altro giocatore può essere incredibilmente emozionante.
L'atmosfera è incredibile in Demon's Souls. Non si sa mai cosa si trova dietro l'angolo (e come intende uccidermi), creando una persistente sensazione di pericolo e un crescente nervosismo. Ogni passo avanti è una vittoria e quando si trova una nuova arma da usare per ammazzare i nemici che prima si erano divertiti alle mie spalle fornisce quel totale senso di trionfo. Si può notare, ad esempio, lo scarso funzionamento di una lancia in determinati punti del gioco, costringendo il giocatore ad adattare le proprie tattiche all'uso di nuove armi.
La più grande difficoltà del gioco risiede nelle primissime ore. La prima volta che si mette piede nel livello 1-1 si è sottopotenziati, intrappolati in forma di spirito, senza la possibilità di chiedere aiuto o di migliorare le proprie abilità. Con molti tentativi e un po' di fortuna si giunge al primo boss, Phalanx, il quale naturalmente è duro a morire. Molti giocatori presumibilmente hanno abbandonato il gioco ancora prima di giungere al suo cospetto: mi sono occorse cinque ore per arrivare al cospetto del primo boss, e solo grazie alla presenza di altri giocatori che mi hanno parlato di ore e ore di divertimento se non mi fossi tirato indietro.
Demon's Souls è in parte grezzo, in parte sbilanciato e spesso frustrante. Al contempo, però, è incredibilmente assuefante e il tempo speso sul videogioco non è certo stato sprecato. Demon's Souls si può giocare per centinaia di ore, una ventata di aria fresca in un panorama dei giochi di ruolo giapponesi altrimenti stagnante.