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From Dust

From Dust: Hands-on

Presentato lo scorso anno all'E3, a quasi un anno di distanza dall'annuncio abbiamo messo le mani sul titolo Ubisoft che ci farà giocare con la sabbia. O con l'acqua. O con il fuoco.

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Com'è bello giocare con la sabbia. Ma anche con l'acqua e col fuoco. E, perché no, con le piante. C'è un che di infantile nel concept di From Dust, il titolo creato da Eric Chahi. Al contempo, però, il gioco deve molto alle grandi produzioni di Molyneux, a partire da Populous fino ad arrivare ai più ambiziosi videogame della serie Black & White.

L'idea è semplice: gli uomini primitivi devono compiere il loro percorso metaforico verso l'evoluzione e, per farlo, pregano il loro dio di fornirgli le risorse. Noi siamo dio, e le risorse sono a portata di mano. Il tutto inizia in maniera molto lineare: raccogli un mucchio di sabbia e falla cadere nel canale che divide due isole, in modo da creare un istmo e consentire ai nostri uomini di proseguire.

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Gli uomini fondano i villaggi, recuperano reliquie con le quali i nostri poteri si fanno sempre più forti e ci chiedono in cambio protezione e sviluppo. Si lamentano, si disperano, ma non rinnegano mai il loro dio. Più o meno come in Black & White, con la differenza che questa volta gli uomini vogliono solo cambiare aria, giungere al passaggio verso il livello successivo ed arrivare a un passo dalla civiltà.

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Le dinamiche del gioco, dunque, si avvicinano più al puzzle che al god-game di stampo gestionale: pur avendo la possibilità di giocare con il terreno come un bambino in spiaggia munito di secchiello e paletta, non possiamo decidere la sorte dei nostri uomini afferrandoli per la collottola, ma solo salvarli da imminenti catastrofi attraverso la costruzione e la distruzione dell'ambiente circostante.

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Gli uomini fanno di tutto per darci gli strumenti con cui proteggerli, e noi ci arrabattiamo contro il tempo per scongiurare un pericolo imminente. Raccogliamo svariati metri cubi di terra e la depositiamo là dove serve, prosciughiamo i laghi e rigettiamo l'acqua in mare, costruiamo blocchi di roccia a partire dalla lava di un vulcano, attiviamo poteri in grado di inaridire il terreno o di renderlo fertile, a seconda delle esigenze del momento.

Nel tempo concessoci in compagnia del gioco abbiamo avuto modo di porre le nostre mani sul gioco, presentato all'E3 dello scorso anno in una versione non giocabile. Nei quattro livelli a nostra disposizione abbiamo avuto modo di provare le dinamiche base del gioco, scoprendo il sistema di controllo basato esclusivamente sull'uso dei pulsanti posteriori del pad per raccogliere e gettare gli elementi a nostra disposizione.

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I poteri speciali si attivano con il d-pad, ma richiedono un certo tempo per poter essere ricaricati. Non possiamo dunque scatenare siccità continue per abbassare il livello dei mari e consentire ai nostri omini di superare un oceano invalicabile: dobbiamo attendere il momento giusto ed essere certi che, in quel momento, tutto sarà perfetto e coordinato.

Il risultato è stupefacente: più di una volta ci siamo ritrovati a giocare con la lava per costruire un muro in grado di arginare un imminente tsunami, cercando al contempo di evitare che il vulcano da cui attingevamo la roccia fusa bruciasse i nostri tre villaggi, il tutto aspettando il momento perfetto per scatenare il nostro potere più appropriato. Un mix di creatività, risoluzione di problemi, strategia e ingegneria primordiale.

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Nel complesso il gioco scorre in maniera lenta (l'ultimo dei quattro livelli ha richiesto oltre un'ora per essere completato) e talvolta si è avuta la sensazione che il gioco mancasse di un efficace sistema di controllo. Come abbiamo detto, i controlli sono estremamente semplici: metti il cursore su di una parte del terreno e raccoglilo, per poi rilasciarlo in un altro punto. Il puntatore, però, non ci aiuta a capire quale elemento si stia andando a raccogliere, né quanta sia la sua disponibilità, specie se si decide di tenere uno zoom più largo per valutare gli eventuali pericoli circostanti.

Più di una volta ci siamo dunque ritrovati a raccogliere acqua anziché sabbia, perdendo preziosi secondi che potevano seriamente compromettere la riuscita del livello. E, dopo un'ora di gioco, un errore dovuto a una carenza nel sistema di controllo potrebbe fare imbufalire persino il più mansueto giocatore di titoli gestionali.

La build presentataci, però, risaliva alla fine dello scorso inverno ed è pertanto lecito attendersi qualche importante miglioramento prima dell'arrivo del gioco su XBLA e PSN. Anche in questo caso From Dust è un gioco potenzialmente in grado di dimostrare quanto siano le idee buone a fare un buon gioco, e non le risorse economiche illimitate. Ci auguriamo solo che il titolo possa presentarsi al meglio quando lo vedremo sulle nostre console nella seconda metà del 2011.

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RECENSIONE. Scritto da Gillen McAllister

Crea con la sabbia, con l'acqua, con la lava. From Dust, inizialmente nato come un RTS, è diventato un god game. E, al contempo, uno dei titoli scaricabili più interessanti del 2011.



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