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Horizon: Zero Dawn

Horizon: Zero Dawn

Un'attesa che sarà ancora più estenuante dopo la nostra prova alla Milan Games Week.

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Da quando Guerrilla Games annunciò a sorpresa Horizon: Zero Dawn alla conferenza E3 di Sony lo scorso anno, abbiamo sin da subito avuto la sensazione di essere di fronte ad un capolavoro. Sebbene non fossimo grandi estimatori dell'operato precedente dello studio, il nuovo titolo portava con sé qualcosa di affascinante, di unico, di sublime. Non sappiamo se questa sensazione fosse dettata dal nostro amore a prima vista nei confronti della sua ambientazione, dal mood che si respirava frame dopo frame nel suo trailer di reveal, o semplicemente a causa della sua meravigliosa protagonista, Aloy. Tutto sembrava trasudare entusiasmo, passione, cura ai dettagli, attenzione ad un mondo di gioco come mai prima d'ora. E questa sensazione è andata aumentando progressivamente dopo che, nel corso degli oltre 16 mesi intercorsi dal suo primo annuncio ad oggi, abbiamo avuto occasione di vederlo, ma soprattutto di provarlo.

Nel corso dell'ultima edizione della Milan Games Week, tenutasi nel corso del weekend appena trascorso, abbiamo avuto la possibilità di mettere ancora una volta le mani su una breve sessione di Horizon: Zero Dawn - non molto diversa da quella mostrata allo scorso E3 di Los Angeles - e se oramai da tempo nutriamo grande interesse nei confronti di questo titolo, la demo provata all'evento meneghino non è stata altro che un'ulteriore conferma della sua eccezionale grandezza.

Horizon: Zero Dawn
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Come dicevamo in apertura, uno degli aspetti che hanno senza dubbio catturato la nostra attenzione nei confronti di Horizon: Zero Dawn è la sua ambientazione, ma anche il contesto narrativo in cui si dipana l'azione. Ci troviamo ad un migliaio di anni di distanza dal nostro presente, in un futuro incredibilmente remoto, in cui l'umanità è stata costretta a soccombere all'avanzare aggressivo della natura, che - dopo essere stata a lungo "vittima" della fame tecnologica e di conoscenza dell'uomo - ha deciso di riprendersi il suo spazio ingiustamente sottratto per troppo tempo. È così che l'intera umanità si ritrova costretta a fare un decisivo passo indietro in termini evolutivi, costretta a tornare a vivere come all'età della pietra, in piccole tribù e lottando per sopravvivere contro la stessa natura, ma anche contro macchine - tra gli ultimi residui del progresso tecnologico apportato da millenni dall'uomo - che si comportano esattamente come la fauna preistorica e contro cui i nostri avi avevano già combattuto per mantenere il predominio nella catena alimentare.

In una struttura in cui sembra far eco la teoria dei corsi e ricorsi storici di Gianbattista Vico, la narrazione di Horizon: Zero Dawn ruota intorno alla scoperta del motivo per cui alcuni di questi prodigi tecnologici sembrano essere improvvisamente impazziti, vittime di un misterioso virus che sta lentamente intaccando tutti gli esseri robotici del pianeta. Ed è esattamente qui che entra in gioco la protagonista, Aloy, la quale - insieme al giocatore - inizierà il suo percorso erratico in questo mondo di gioco gigantesco e selvaggio, nel tentativo di capire ciò che sta corrompendo queste macchine zoomorfe, e nel frattempo, combattere contro una superstizione che aleggia tra le varie tribù che popolano il Pianeta, secondo cui il comportamento anomalo di queste macchine sia frutto dell'intervento malefico di qualche divinità.

Con alle spalle questo breve preambolo narrativo, è partita così la prima parte della dimostrazione di Horizon: Zero Dawn mostrataci da un membro di Guerrilla Games, in cui vediamo la giovane eroina raggiungere un villaggio recentemente attaccato da un Thundergiant infetto, e il cui compito è esattamente quello di metterci sulle tracce di questa gigantesca macchina. Vista la pericolosità dell'animale robotico, la capo-villaggio tenta di persuadere Aloy dal portare a compimento la sua caccia, un'escamotage con cui Guerrilla Games ci ha mostrato l'interessante sistema di dialogo sotteso all'esperienza. Qui, infatti, il giocatore, nei panni di Aloy, avrà la possibilità di scegliere tra molteplici risposte, ma al momento non è chiaro quanto le nostre risposte effettivamente influenzeranno o modificheranno la nostra esperienza di gioco.

Horizon: Zero Dawn
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Nella sezione da noi assistita, Aloy decide di mettersi comunque sulle tracce della belva robotica, nonostante la riluttanza della capo-villaggio, e di partire per il villaggio successivo, da cui sembra essere arrivata la macchina corrotta. Prima di iniziare il nostro viaggio, gli sviluppatori hanno avuto occasione di mostrarci due aspetti imprescindibili per qualsiasi (o quasi) RPG che si rispetti: la sezione negozio e il sistema dei mount. Nel primo caso, Aloy ha la possibilità di accedere ad uno shop in cui può acquistare equipaggiamenti e armature utili alla propria missione; nel secondo caso, dal momento che il villaggio da raggiungere era piuttosto lontano a piedi, Guerrilla ci ha mostrato il modo in cui catturare un animale meccanico mansueto da utilizzare come mount.

Già qui abbiamo avuto occasione di avere un primissimo assaggio al sistema di gameplay che caratterizza il gioco, in cui Aloy sfrutta la flora circostante e i suoi equipaggiamenti per avvicinarsi senza far rumore al suo obiettivo, e catturarlo. Il sistema ci è apparso incredibilmente intuitivo, sebbene richieda qualche passaggio e strategia in più per avere successo, ma nel complesso ci è sembrato anche piuttosto semplice. Proprio per questo, confidiamo in un'IA degli animali robotici un po' più "ribelle", affinché renda l'esperienza della caccia un po' più avvincente rispetto a quanto visto nella demo hands-off. Dal momento che il giocatore è assolutamente libero di scegliere di muoversi sulla mappa come meglio crede - avremmo potuto tranquillamente raggiungere a piedi il villaggio, ovviamente - avere la possibilità di conquistarsi un mount dovrebbe dare maggiore soddisfazione, quindi la nostra speranza è che questa sezione sia stata volutamente semplificata solo a fini dimostrativi. Vedremo come cambierà nella build finale.

Riuscita nella sua impresa, Aloy raggiunge rapidamente il villaggio, che tuttavia sembra essere abbandonato. Scopriamo che il villaggio è stato messo sotto assedio da una macchina capace di infettare altri robot, compreso il Thundergiant che aveva attaccato il precedente villaggio, e la nostra eroina decide di scovare la macchina responsabile. E grazie a questa sezione, abbiamo potuto dare un'occhiata più da vicino al sistema di combattimento, che alterna l'uso di armi standard, armi speciali, trappole e il più semplice combattimento corpo-a-corpo. Aloy è dotata di uno speciale visore che le permette di localizzare i punti deboli della macchina corrotta segnalati in colore giallo, un escamotage che permette al giocatore di individuare più facilmente i punti contro cui la nostra eroina può scoccare frecce di varia natura per provocare il surriscaldamento della macchina. Una volta surriscaldato il robot grazie alle trappole e alle frecce incendiarie, quest'ultimo espone agli attacchi il suo nucleo centrale, contro cui Aloy può scoccare un'altra freccia per farlo saltare in aria e distruggerlo definitivamente.

Horizon: Zero Dawn

Nella seconda parte della dimostrazione, abbiamo potuto finalmente provare noi stessi Horizon: Zero Dawn e prendere dimestichezza con il suo gameplay e il suo sistema di controllo, che sin da subito ci confermano quel senso di intuitività che già avevamo previsto dalla sessione hands-off precedente. Qui ci ritroviamo in un'area sostanzialmente più ridotta rispetto alla sezione vista in precedenza e qui, sfruttando i nostri equipaggiamenti, abbiamo potuto affrontare la macchina corruttrice di cui sopra. Tattica, sangue freddo, non avere fretta: sembrano questi i capisaldi attorno cui ruota l'esperienza di Horizon: Zero Dawn, pena la schermata "Game Over" che si ripresenta non appena si decide di affrontare in modo avventato la macchina. Sebbene sia comunque contemplato un combattimento corpo-a-corpo, abbiamo trovato più incisivo - e senza dubbio più soddisfacente - attaccare il nostro nemico cogliendolo di sorpresa, a distanza, sfruttando le nostre tante frecce e a disposizione, e assaporare il momento prima dello scocco della freccia fino all'ultimo millisecondo. L'intuitività dell'esperienza passa anche attraverso un sistema di controllo estremamente semplice, dove con un semplice tocco di un pulsante, possiamo accedere rapidamente al menu per "craftare", o attaccare, rotolare, ecc., un aspetto che rende questa esperienza godibile sin da subito anche ad un pubblico meno avvezzo al genere RPG. Con questo, ovviamente, non vogliamo dire che il sistema sotteso al gioco non sia profondo, tutt'altro: la nostra sensazione è che Horizon: Zero Dawn lavori su più livelli, permettendo a varie tipologie di giocatori di godersi pienamente l'esperienza, senza il rischio di restare escluso in alcun aspetto.

Accanto a questo, ciò che lascia a bocca aperta di Horizon: Zero Dawn è il suo comparto grafico. La sezione che abbiamo provato, ma anche quella a cui abbiamo assistito, girava perfettamente su una PlayStation 4 standard, offrendo un risultato in termini tecnici e visivi incredibilmente soddisfacenti. Non abbiamo notato alcun calo considerevole in termini di framerate, sebbene lo schermo fosse molto ricco di dettagli e di animali animati anche nella nostra sequenza di combattimento, restituendo un'esperienza fluida senza precedenti. Ad averci lasciato davvero a bocca aperta, oltre alle animazioni relative alla vegetazione e agli animali meccanici stessi, sono quelle che caratterizzano i capelli e i tessuti con cui sono realizzati gli abiti di Aloy. È vero, chi scrive è una donna e probabilmente più incline ad accorgersi a dettagli così insignificanti, ma vedere i pesanti rasta di Aloy muoversi con una fisicità differente rispetto al resto della sua chioma fluente, così come il pelo e le piume che adornano i suoi abiti - restituendo la morbidezza dei tessuti con cui sono fatti - è a dir poco sconvolgente. Se questa vista è una build ancora lontana dal risultato finale, non vediamo davvero l'ora di vedere cosa avrà da offrire la build finale che giocheremo.

Questa breve sessione in compagnia di Horizon: Zero Dawn non ha fatto altro che rinnovare il nostro interesse nei confronti del nuovo attesissimo titolo RPG open-world firmato Guerrilla Games. Sebbene la sezione da noi provata sia stata un piccolissimo assaggio di quanto potremo gustarci nell'esperienza completa, è stata sufficiente per convincerci che lo studio sia davvero sulla buona strada per offrire un titolo che ci terrà incollati tra qualche mese sulle nostre PlayStation 4. La nostra unica critica riguarda il fatto che dovremo aspettare ancora circa 5 mesi prima di avere la possibilità di buttarci a capofitto in questa nuova era preistorica tecnologica, ma se il prezzo da pagare per avere un'esperienza incantevole e convincente che sia anche un quarto di ciò che abbiamo visto è questo, siamo ben disposti a rimangiarci la lingua e a borbottare silenziosi in un angolo. In attesa che sia marzo e di poter spolpare a dovere l'ambizioso mondo che Guerrilla ha confezionato per noi.

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