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Little Nightmares

Little Nightmares

È da tempo che teniamo d'occhio questo titolo e alla Gamescom abbiamo avuto un nuovo assaggio con un'inquietante demo.

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Avevamo la testa piena di domande, pensieri e considerazioni non appena abbiamo concluso la nostra breve, ma assolutamente piacevole demo alla Gamescom di Little Nighmares, sviluppato da Tarsier Studios. Chissà quanto ci avranno impiegato a campionare i suoni incredibili presenti nel gioco, ci siamo chiesti...e tra poco scoprirete il perché di questo dubbio esistenziale.

Little Nighmares ha alcune similitudini in termini di gameplay con titoli quali Limbo e Unravel, ma offre anche una maggiore possibilità di esplorazione in angoli bui, alla scoperta di orrori inquietanti. È un gioco che richiede la massima attenzione, mentre tentiamo di sfuggire lo strano labirinto sottomarino qual è The Maw.

Ma cominciamo dall'inizio, dal momento che oramai questo titolo è sui nostri radar da un bel po' di tempo. La prima volta che abbiamo sentito parlare di Tarsier Studios è stato quando hanno iniziato a lavorare ad un nuovo progetto, dopo la release di Little Big Planet Vita, e prima di scoprire che stessero lavorando a Tearaway Unfolded, sapevamo che stavano lavorando ad un nuovo progetto chiamato Hunger nel maggio 2014. È trascorso quasi un anno in cui non ne abbiamo più sentito parlare, fino a quando lo studio non ha deciso di pubblicare un teaser. Nel 2015 avevamo incontrato gli sviluppatori alla GDC e all'epoca ci avevano detto quanto segue:

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"Hunger è attualmente in pre-produzione", ci aveva detto il CEO Ola Holmdahl all'epoca. "Ciò significa che vogliamo portare a termine un prototipo di cui ci sentiamo soddisfatti e definirlo un gioco divertente. Questo è un gioco che può funzionare fino in fondo. E ci stiamo avvicinando parecchio. Stiamo conclutendo il prototipo in questo momento, e questo è il motivo per cui abbiamo deciso di condividere il teaser".

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La nostra intervista con Tarsier Ola Holmdahl e Andreas Johnsson su Little Nightmares quando era ancora conosciuto come Hunger.

Appena poco dopo, Bandai Namco ha deciso di firmare il progetto in qualità di publisher, e da allora in poi il lavoro su quello che un tempo era conosciuto come Hunger, e che oggi conosciamo come Little Nightmares, è andato avanti. Ma, quando abbiamo parlato con Tarsier allla Gamescom quest'anno, è stato sin da subito evidente che il gioco affonda le sue radici ancora più indietro nel tempo, scoprendo che in realtà le prime idee per questa avventura spaventosa risalgono al 2004.

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"Lavoriamo su questo gioco da un paio d'anni ormai, e finalmente abbiamo potuto dimostrare quanto sia incredibile," ci ha detto il co-fondatore Tarsier Andreas Johnsson. "Ma per alcuni di noi che ci lavorano da oltre 10 anni, qui a Tarsier, è ancora più importante. Questo è il motivo per cui abbiamo fondato l'azienda."

The City of Metronome è un gioco che non ce l'ha mai fatta sul mercato, ma comunque è stata la prima cosa che ha fatto catturare l'attenzione da parte del settore nei confronti dell'allora piccolo studio svedese. Descritto come un gioco di avventura in cui si raccolgono e usano suoni per risolvere i puzzle, aveva uno stile artistico che ci ha ricordato quello dei film di Tim Burton, quando è stato lanciato come uno dei primi titoli di debutto dell'allora nuova generazione (Xbox 360 e PS3). Da allora Tarsier ha contribuito al settore con numerosi progetti e diretto molto progetti, soprattutto per Sony (in particolare Little Big Planet Vita) e questo rapporto continuerà ancora anche con Statik, annunciato per PSVR. Ma è chiaro che, Little Nightmares rappresenta la realizzazione di un desiderio nel fare qualcosa di inquietante e suggestivo che era nei loro piani fin dall'inizio.

"Se si confronta questo con The City of Metronome che abbiamo mostrato dieci anni fa, si tratta di un'esperienza completamente diversa, di un gioco completamente diverso, ma comunque vi accorgerete che è un titolo di Tarsier", ha detto Johnsson.

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Little Nightmares non è un gioco simile a The City of Metronome. In poche parole si tratta di un platform 2.5D, con particolare attenzione al puzzle solving e allo stealth. L'ambiente e il design audio è qualcosa fuori dal comune, e anche se il design non ci ricorda più lo stile di Tim Burton come accaduto con Metronome riesce comunque a mescolare perfettamente un senso di inquietudine con qualcosa di carino e naive.

Il gioco porta con sé anche qualcosa dalla serie Little Big Planet su cui Tarsier ha lavorato per molti anni (non solo con Little Big Planet Vita, ma con numerosi pacchetti di contenuti per le varie versioni). C'è un vero e proprio senso tattile del toccare e spostare dati ambienti, ed è anche evidente che Tarsier utilizzi varie texture che ricordino quanto fatto in Little Big Planet, ma ovviamente con un effetto molto diverso in mente.

La protagonista, Six, è così misteriosa nel suo impermeabile giallo, chiaramente non ha mai visto questo edificio sott'acqua, e l'obiettivo del gioco è che lei esplori. Ma se il suo personaggio è un po' sconosciuto e misterioso, il carattere e la personalità di questo edificio chiamato The Maw parlano da sé, con i suoi ambienti usurati, angoli e fessure e crepe.

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La breve demo cui abbiamo avuto modo di giocare ci ha visto nei panni di Six mentre tentava di sfuggire ad uno chef che sembrava avere una certa affinità con il trita-carne. Il sistema stealth è semplice ed intuitivo, mentre sarete alla ricerca di angoli bui per nascondervi e correre al prossimo nascondiglio, al sicuro, quando il nemico guarda da un'altra parte. C'era anche un puzzle a più livelli che ci ha visto creare tre salsicce (da appendere) con un tritacarne. L'aspetto davvero inquietante è stato sentire il suono perfetto di questa carne, mentre schizzava su piastrelle di metallo o di porcellana. Infine, sembra che questa fabbrica sott'acqua (o quello che è) sia caratterizzata da un grande disavanzo di scarpe. Verso la fine della breve demo, ci siamo ritrovati in una stanza piena di scarpe scartate. Dal momento che la demo si è conclusa poco dopo, non abbiamo potuto fare a meno di chiederci perché quelle scarpe fossero lì e, soprattutto, a chi fossero appartenute...il mistero si infittisce e ci intriga sempre di più nei confronti di questo titolo che, come annunciato, debutterà il prossimo anno su PC, PS4 e Xbox One.

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RECENSIONE. Scritto da Bengt Lemne

Abbiamo indossato il nostro impermeabile giallo e abbiamo provato a scappare da The Maw.



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