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Ride

L'universo espanso di Ride: tra film, romanzo, fumetto e gioco da tavolo

Arriva la versione home-video della pellicola di Jacopo Rondinelli.

Ride non è solo un franchise videoludico sviluppato dallo studio italiano Milestone, ma anche il nome dell'adrenalinica pellicola firmata da Jacopo Rondinelli, qui al suo primo lungometraggio nonostante abbia una carriera cinematografica alle spalle di lunga data. Un film, Ride, che ha l'ambizione e la sfrontatezza di riscrivere il linguaggio del found footage utilizzando quasi esclusivamente action camera. È proprio dal mezzo, più che da uno script, che è nata l'idea di Ride, come ha raccontato lo stesso Rondinelli e il creatore/produttore (nonché regista lui stesso) Fabio Guaglione in occasione dell'evento di lancio del DVD di Ride. La sfida per Rondinelli e Guaglione era principalmente quello di utilizzare il linguaggio degli sport estremi, ed è esattamente da lì che ha preso lentamente forma l'idea di Ride, un film che racconta la storia di Max (Lorenzo Richelmy) e Kyle (Ludovic Hughes), due rider acrobatici.

I due sportivi estremi ricevono l'invito a partecipare a una misteriosa gara di downhill con in palio 250.000$, che accettano senza esitazione per poi scoprire - loro malgrado - di doversi spingere oltre i loro limiti fisici e psicologici per ottenere il premio in palio. Senza spoilerare ulteriormente l'andamento della trama, Ride è senza dubbio un'opera sperimentale, probabilmente non perfetta, ma che ha il pregio di aver giocato con le macchine da presa, qui oltre 25 action camera affiancate da appena due macchina da presa tradizionali, per offrire allo spettatore quel senso di immersione e di vicinanza con la storia, ma soprattutto per provare empatia con i protagonisti e le loro vicissitudini.

Ride

Sebbene molti (compresi gli autori) abbiano assimilato Ride ad un videogioco - a nostro parere, però, è ben lontano dal medium in questione - è forse più esplicativa la definizione che Rondinelli e Guaglione hanno coniato per il loro prodotto, ossia un ibrido tra film e reality show, dove l'intera estetica della pellicola è costruita attorno ad un concetto semplice e incredibilmente contemporaneo: il voyeurismo. Spinti a curiosare attraverso le action camera disposte non solo sui protagonisti e le loro biciclette, ma anche in punti impensabili nei boschi che attraversano, gli spettatori non possono fare a meno di guardare, anche se consapevoli che ciò che guarderanno potrebbe essere brutale.

Che è esattamente un'allegoria dei tempi moderni, questa nostra irrefrenabile voglia di guardare, che si tratti di una diretta su Twitch o un incidente in autostrada. Ride, a suo modo, prova a dare una sua interpretazione del fenomeno, in un film che è una vera montagna russa di sensazioni diverse e che, anche solo per aver provato qualcosa che fosse diverso rispetto all'attuale panorama cinematografico italiano, è senza dubbio lodevole di attenzione. A metà tra una puntata di Black Mirror e un video su Youtube, Ride è un prodotto che prova ad aprire a nuovi linguaggi, a nuovi modi di raccontare e sembra fondarsi su solide basi visto che l'ambizione dei suoi autori li sta portando ad allargare il suo universo e a spingersi verso una vera e propria transmedialità.

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In vista del lancio della versione home video, Jacopo Rondinelli e Fabio Guaglione, affiancati da Luca Maragno (ideatore del gioco di carte), Marco Sani (co-sceneggiatore) e Adriano Barone (autore del romanzo), hanno avuto la possibilità di illustrarci questo nuovo "Ride-verse", un universo espanso che permette al film e alle sue storie di dipanarsi su altri media, quali un romanzo (Il gioco del custode, edito da Mondadori e uscito lo scorso anno), un fumetto e un nuovo gioco da tavolo omonimo. La sfida principale nella creazione di questo multiverso è stata proprio quella di fare in modo che i vari prodotti rimanessero molto coerenti con il modo creato dagli autori, ma al tempo stesso venissero veicolati nel modo giusto dai media di riferimento. Nulla, in altre parole, è stato forzato rispetto al medium di riferimento, ma tutto procede secondo un preciso piano volto ad incuriosire lo spettatore/giocatore/lettore a saperne di più su questo mondo così ricco di misteri. Lo stesso blu-ray presenta al suo interno tanti segreti, proprio come i diversi media su cui Ride è stato declinato, spingendo l'utente a scoprire sempre elementi nuovi che soggiacciono in questo inedito universo narrativo. Una scelta, quella di optare per la transmedialità, che è forse tra i primi esperimenti italiani, e dunque anche solo per quello certamente molto interessante da scoprire.

Ma come mai non un videogioco, visto che, a detta degli stessi autori, è stato uno dei punti di partenza di Ride? Guaglione e Rondinelli non hanno escluso in alcun modo la possibilità che in un prossimo futuro il film verrà tradotto in un titolo videoludico. Come ci ha raccontato Guaglione, il team è al lavoro su due idee, ma sono ancora ben lontani dal concretizzarli. In altre parole, c'è grande interesse a muoversi all'interno del mondo dei videogiochi, ma finché non hanno trovato il modo e l'approccio giusti, preferiscono aspettare per qualcosa di più corposo e solido.

Ma mentre aspettiamo che il team di Ride decida in che modo espandere ulteriormente l'universo del film , è possibile scoprire la pellicola - nel caso te la fossi persa al cinema - grazie al nuovo blu-ray con numerosi contenuti speciali uscito appena ieri, 4 aprile.

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