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Ni no Kuni II: Il Destino di un Regno

Ni no Kuni II: Il Destino di un Regno

Siamo tornati nel magico regno di Ni no Kuni, orfani dello Studio Ghibli, ma con tante cose da raccontare...

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Quando dal mondo dei video game giunse la notizia che Level 5, uno dei più apprezzati sviluppatori di giochi di ruolo giapponesi, avrebbe collaborato con lo Studio Ghibli di Hayao Miyazaki per la realizzazione di un nuovo titolo, ci fu un vero e proprio terremoto. Nel campo dell'animazione Hayao Miyazaki è una vera e propria rockstar, un genio visionario la cui grandezza per i giapponesi è paragonabile - se non superiore - a quella di Walt Disney. Insomma, all'annuncio del primo Ni no Kuni ci fu un vero terremoto, che tuttavia non scaturì in quel grande capolavoro che tutti si aspettavano. Certo, Ni no Kuni era uno splendido gioco, caratterizzato da una direzione artistica di qualità straordinaria, ma accompagnato da un gameplay che presentava alcune buone idee e qualche elemento meno brillante.

Così, con l'abbandono dello Studio Ghibli nel secondo capitolo, Level 5 ha dovuto intervenire sugli elementi di gioco per riuscire a realizzare un sequel all'altezza delle aspettative del predecessore. E, fortunatamente, ci sono riusciti. Eccoci dunque di fronte a Ni no Kuni II: Il Destino di un Regno, gioco che trasforma profondamente gli elementi di gameplay del primo titolo offrendoci un'esperienza diversa, stratificata e molto divertente.

Ni no Kuni II: Il Destino di un Regno

L'assenza degli animatori di Miyazaki non si fa sentire nella direzione artistica del gioco, che anzi risulta in linea con quella del primo gioco. La continuità tra Ni No Kuni e questo secondo episodio è chiara come il sole, e in generale si ha qualche difficoltà a credere che i re dell'animazione giapponese non siano stati coinvolti in questo progetto. Questa particolarità è certamente dovuta alla presenza di Yoshiyuki Momose nel cast del gioco: l'ex animatore di Ghibli ha infatti ricoperto il ruolo di character designer in questo secondo episodio, mantenendo così la continuità stilistica con il primo capitolo senza particolari traumi. Si sente altresì la mancanza delle roboanti cut scene di Ni no Kuni, frequentissime nel primo gioco e qui ridotte a una manciata: questo, probabilmente, è l'unico aspetto in cui si sente davvero la mancanza dei sapienti animatori dello Studio Ghibli.

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Da un punto di vista narrativo, Ni no Kuni II: Il Destino di un Regno offre degli spunti interessanti, che tuttavia tardano a decollare. Si inizia con un antefatto intrigante: Roland, il presidente di una nazione senza nome che viene investito da un'esplosione nucleare e si risveglia più giovane in un mondo fantastico, dove assisterà un re a riunificare il mondo soggiogato dalle forze malvagie. Non è chiaro se si tratti di un sogno, di un'esperienza post-mortem, di un viaggio in un'altra dimensione o in una semplice allegoria del potere, fatto sta che il nostro protagonista ben presto si ritrova a diventare l'accompagnatore di giovanissimo Evan, re detronizzato e determinato a fondare un nuovo regno e a portare la pace nel mondo. Avviene dunque un interessante cambio di protagonista nelle prime ore di gioco: da Roland ben presto ci sposta su Evan, con Roland a fungere da mentore per tutta la durata del gioco.

Ni no Kuni II: Il Destino di un RegnoNi no Kuni II: Il Destino di un Regno

Le idee in campo sono buone, ma la storia procede a rilento per tutta la prima fase, con le prime soddisfazioni in ambito narrativo a giungere solo dopo una decina di ore di gioco. Anche se il giovane protagonista è meno petulante e deprimente dei comuni "orfani da JRPG" a cui il genere videoludico ci ha abituati, il suo carisma non è certo in grado di reggere l'intera esperienza di gioco, ed è dunque necessario riservare una certa dose di fiducia prima di potersi realmente iniziare ad appassionarsi alla vicenda. Alcuni blocchi narrativi, poi, fungono da pretesto per fetch quest opinabili, e si risolvono con epiloghi a dir poco deludenti. Ci saremmo dunque aspettati qualcosa di più, ma allo stesso tempo dobbiamo ammettere che, per una volta, la relativa semplicità della trama si fa apprezzare e ci consente di seguire la storia anche distrattamente: un aspetto che, nei giochi di ruolo giapponesi solitamente caratterizzati dalla proliferazione di personaggi e dagli intrecci confusionari, si apprezza sin dalle prime battute.

Il gameplay di Ni no Kuni II: Il Destino di un Regno è uno dei più versatili con cui abbiamo avuto a che fare negli ultimi anni. Il combattimento si sbarazza degli pseudo-turni del primo episodio per trasformarsi in un action-RPG costituito da due tipi di attacco fisico (normale e potente) e da un attacco a distanza, oltre che dalle tecniche magiche le quali, curiosamente, consumano l'energia delle tre armi che ogni personaggio può portare con sé. È un peccato che un combattimento di questo tipo non faccia uso di una vera e propria concatenazione di combo per rendere il tutto più speziato, ma allo stesso tempo comprendiamo la decisione degli sviluppatori di rallentare un po' le fasi fisiche per dare spazio alle altre caratteristiche delle battaglie. Nel gioco, infatti, si fa spesso uso di alcuni esserini chiamati cioffi, che sostituiscono le creature addestrate nel primo episodio.

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I cioffi - animaletti fantastici che vagamente ricordano i Pikmin di Nintendo - sono degli esseri magici capaci di aiutare nel combattimento attraverso la cura, l'evocazione di armi da difesa, la protezione elementale o con potenti magie. Il loro uso, se sapientemente dosato, può rivelarsi provvidenziale negli scontri più complessi, mentre nelle normali battaglie di routine possono essere semplicemente ignorati. Poiché i cioffi si spostano liberamente sul campo di battaglia e possono essere utilizzati solo se il giocatore si trova entro il loro raggio d'azione, si è costantemente spinti a muoversi per cercare l'aiuto di queste creature, che contribuiscono a rendere gli scontri molto dinamici. L'idea è dunque promossa a pieni voti, e diventa ancora più interessante quando scopriamo che i cioffi si possono allevare, migliorare e gestire come se fossero dei Pokémon.

Non è finita, però: Ni no Kuni II: Il Destino di un Regno introduce le cosiddette battaglie campali che, con grande sorpresa, trasformano alcuni frangenti del gioco in uno strategico in tempo reale. Nel corso delle battaglie campali, infatti, il giocatore si ritrova al controllo di un piccolo esercito per sconfiggere i nemici presenti sul campo di battaglia, tutti realizzati in uno stile chibi molto distante dalla grafica che ritroviamo durante le comuni fasi di lotta. Le battaglie campali servono per conquistare un territorio e ottenere nuove missioni, e il giocatore è dunque spinto a superarle e, ovviamente, a gestire, evolvere, migliorare il proprio esercito.

Ni no Kuni II: Il Destino di un Regno

Infine, poiché la trama di Ni no Kuni II: Il Destino di un Regno racconta della fondazione di un nuovo reame, gli sviluppatori hanno pensato bene di rendere giocabile anche questa fase attraverso un sorprendente inserto gestionale. In breve, quando ci troviamo nella capitale del nostro regno, il gioco si trasforma in un titolo dove dobbiamo gestire le strutture, espanderle, migliorarle e, naturalmente, sfruttarle per generare risorse. Alcune strutture, ad esempio, possono produrre potenti armi e armature da utilizzare in battaglia, mentre altre si occupano di generare la materia prima necessaria per il crafting. Naturalmente, c'è una struttura dedicata all'allevamento e al reclutamento dei cioffi, e ci sono gilde che contribuiscono a sviluppare i nostri personaggi. Il sistema, benché non molto approfondito, funziona alla grande e ogni tanto si sente il bisogno di rientrare alla base per curare anche questo aspetto dell'avventura. L'idea, in una parola, funziona.

Ni no Kuni II: Il Destino di un Regno è un eccellente sequel del primo capitolo. Nonostante l'assenza dello Studio Ghibli alla direzione artistica, il gioco mantiene una continuità con il suo predecessore tale da non destare preoccupazione. La trama, poi, si distanzia così tanto da quella vista nel primo capitolo da rendere il gioco fruibile anche da chi non ha mai giocato il precedente titolo, purtroppo non disponibile sull'attuale generazione di console. Infine, merita un plauso la colonna sonora, sia per quanto concerne le splendide musiche che per quanto riguarda il doppiaggio, disponibile in inglese e in giapponese. Un plauso, infine, per l'adattamento, ancora una volta alle prese con la questione che tanto aveva infastidito i giocatori italiani nel primo episodio: esattamente come avvenne con Lucciconio nel primo Ni No Kuni, in questo episodio siamo accompagnati da uno spirito guida, un nume tutelare che parla in dialetto romanesco. L'adattamento di Lucciconio rendeva difficile la lettura dei dialoghi, ma qui il romanesco è stato edulcorato e reso più scorrevole. Sono stati mantenuti inalterati i nomi dei luoghi visti nel primo episodio (Gatmandù, ad esempio) che suscitano sempre qualche sorriso.

Ni no Kuni II: Il Destino di un Regno

Ci troviamo dunque di fronte a un ottimo JRPG, con un gameplay stratificato e ricco. Di certo avremmo gradito un sistema di combattimento più complesso e una storia più pregnante, e l'assenza degli uomini Ghibli nella realizzazione delle sequenze animate lascia un po' di amaro in bocca se ripensiamo al primo momento in cui avemmo a che fare con Ni no Kuni, nel lontano 2011. Ciononostante, nel campo dei giochi di ruolo giapponesi dell'attuale generazione ci troviamo di fronte a un titolo dalla straordinaria versatilità, divertente e lungo quanto basta e con alcune piacevoli sorprese. Un gioco da non perdere, insomma.

08 Gamereactor Italia
8 / 10
+
Gameplay variegato; Continuità nello stile con il primo episodio; Colonna sonora eccellente
-
Storia meno efficace del previsto; Sistema di combattimento semplice
overall score
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