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Gone Home

Gone Home

Dopo The Stanley Parable, Papers, Please, Don't Starve e Jazzpunk, aggiungiamo un altro candidato al miglior gioco dell'anno 2013, uno di quelli capaci di fare tendenza.

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Non c'è nulla di più potente della mente umana, e il nostro medium sa giocare con lei. A suo modo, i giochi si basano anche sulla generazione di impulsi nervosi che provocano la felicità, la tristezza, la rabbia, la paura e così via. Grazie all'interazione che li contraddistinguono dal film, possono dare vita a gioielli proprio come quello che sto per analizzare. Gone Home potrebbe essere descritto come uno dei giochi migliori a trarre vantaggio da questa suggestione. Continuate a leggere e saprete perché.

The Fullbright Company ci porta a Arbor Hill, nel Nord dello Stato dell'Oregon. Kaitlin, la sorella maggiore di una coppia sposata con due figlie, torna a casa nel bel mezzo di una notte buia e piovosa, dopo un anno di assenza dalla sua famiglia. I Greenbriar si sono trasferiti qui solo di recente, infatti è la prima volta che Kate visita il posto. Lascia i bagagli all'ingresso, c'è un messaggio: "Katie, non posso essere lì per vederti, è impossibile. Per favore, per favore non metterti a indagare per cercare di capire dove sono. Non voglio che qualcuno lo sappia. Ci rivedremo un giorno. Non ti preoccupare. Ti voglio bene, Sam". Nessuno è in casa, non conosciamo il luogo, è successo qualcosa a nostra sorella. Benvenuti a Gone Home.

Il gioco è fatto da e per chi ama scoprire territori sconosciuti. Il capo-sceneggiatore dello script, Steve Gaynor, ha lavorato su Bioshock 2 e ha lavorato sull'ultimo DLC, dando un nuovo meraviglioso sguardo alla misteriosa Rapture. In questo caso scopriamo ogni angolo di una casa che è del tutto sconosciuta, qualcosa di molto simile a ciò che deve provare Kaitlin. Ciò che è divertente e che, allo stesso tempo, lo rende attraente è che curiosiamo in ogni stanza senza che nessuno ci abbia messo una pistola alla testa. Non abbiamo alcuna missione, l'interfaccia non suggerisce un obiettivo, esploriamo per la pura necessità di scoprire cosa è successo. E sicuramente, ad ogni passo, tutto diventa più interessante.

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Tale è il livello di immersione del gioco che si arriva a sentirsi in colpa per quello che si scopre, come se davvero aveste trovato qualcosa di reale che l'autore ha cercato di nascondere. E' come se vi sentiste fuori luogo, si scoprono cose che non dovreste sapere. Ed empatizzerete a quel livello con ogni piccolo segreto nascosto, tanto che penserete: "Avevo anche guardato qui". Ogni scenario è all'apparenza molto familiare, con il suo caos ordinato e ciò che è importante messo al suo posto. E' incredibile quante volte si aprirà un cassetto o un armadio e troverete solo i vestiti. Che cosa vi aspettate di trovare? Le cose a cui abbiamo pensato grazie a molti giochi del momento ci hanno portato lontano dalla realtà.

La meccanica di Gone Home si basa sullo sviluppo in prima persona, suggerendo così la vicinanza al personaggio e all'ambiente. Non si salta e non si corre, si avanza, e s'interagisce con ogni elemento della casa, interruttori, dispositivi elettronici, porte, cassetti e altro. Ciò che è essenziale per avere piena libertà di esplorare. La trama è ben intessuta e mantiene il fiato sospeso fino all'ultimo secondo del gioco. Non appena iniziamo a sapere qualcosa di più di Samantha, la sua voce racconta in over parte della sua storia. Questo è qualcosa che rompe con il senso di realtà che trasmette il gioco, che avrebbe potuto essere risolto nello stesso modo in cui leggiamo il bigliettino all'inizio, senza che l'immersione ne venga danneggiata. Mentre alcune rivelazioni sono un po' ridondanti, nel complesso la storia è molto interessante e apprezziamo che rompa con determinate convenzioni.

Questa avventura interattiva può essere completata in un'ora e mezza. Anche se molti hanno scelto di vederlo su YouTube, si consiglia di viverlo sulla propria pelle. Gone Home è un gioco, forse un nuovo modo di giocare. E lo è.

09 Gamereactor Italia
9 / 10
+
Offre una storia intensa, travolgente e a volte mordente; La distribuzione di ciascun elemento e la nostra interazione con lo scenario permettono una grande immersione.
-
La voice-over puntualmente interrompe il realismo insito nell'esperienza. La trama è a volte ridondante. Difficilmente rigiocabile. Non è tradotto.
overall score
Questo è il voto del nostro network. E il tuo qual è? Il voto del network è la media dei voti di tutti i Paesi

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RECENSIONE. Scritto da Julián Plaza

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