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Virginia

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Un'esperienza in cui fa eco l'opera di David Lynch, ma che si allontana dall'idea di videogioco nel suo significato più puro.

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Se David Lynch decidesse di dedicarsi allo sviluppo di videogiochi, probabilmente realizzerebbe un prodotto molto simile a Virginia, la nuova avventura interattiva sviluppata da Variable State e disponibile su PC, Xbox One e PS4 dallo scorso 22 settembre. Intriso di un'atmosfera quasi surreale e dai contorni sfumati, il titolo - che porta la firma di Jonathan Burroughs e Terry Kenny - è un gioco davvero unico nel suo genere, che sfrutta tecniche puramente cinematografiche (dall'utilizzo di ellissi temporali, jump-cut e dissolvenze, giusto per citarne un paio), raccoglie a piene mani l'eredità di serie TV come Twin Peaks e dalla prima stagione di True Detective (quest'ultima ambientata, casualmente, proprio agli inizi degli anni Novanta, come la serie di Lynch e questo stesso gioco) e infarcisce l'esperienza di alcuni elementi videoludici (sarebbe più corretto definirli "interattivi") che ne giustificano in qualche modo il suo status di videogioco.

Un prodotto, Virginia, che, data la sua natura, ci porta ancora una volta a domandarci quanto sia effettivamente labile il confine tra cinema, TV e videogioco al giorno d'oggi, e quali esperienze tentano di offrire titoli votati a questo compito così incredibilmente complesso, che al giorno d'oggi continua a dividere il pubblico dei giocatori "più puri" da quelli che invece non disdegnano questa convergenza. Ma scopriamo cosa nasconde questa piccola e rara "perla".

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La fitta trama che ci accompagna nelle due ore abbondanti di Virginia è probabilmente tra le più interessanti che troverete nel panorama delle avventure interattive di ultima generazione. È il 1992, e la giovane leva dell'FBI, Anne Tarver, dà inizio alla sua carriera con un vero e proprio battesimo di fuoco: il caso della misteriosa scomparsa di un ragazzo di nome Lucas D. Fairfax. Affiancata dalla partner Maria Halperin - la quale sembra nutrire all'inizio una certa ritrosia nei suoi confronti - sulle orme di Anne ci troviamo a scavare a fondo di un caso dai risvolti inquietanti, che, a poco a poco, si rivela quasi un pretesto per raccontare un'altra storia, quello del difficile rapporto di fiducia tra Anne e Maria, che ci terrà coinvolti fino al suo eclatante e inaspettato epilogo.

In un gioco in cui prepotentemente rimbomba l'eco di Laura Palmer, delle atmosfere claustrofobiche di Inland Empire e una strizzatina d'occhio a Velluto Blu, l'aspetto più affascinante di Virginia risiede proprio nella sua capacità di sballottare il giocatore da una trama che sembra avere i classici contorni di una detective-story, ma che tuttavia prende all'improvviso una piega inaspettata, trascinandoci in un'esperienza davvero unica. Complice anche l'eccezionale colonna sonora di Lyndon Holland (eseguita dall'Orchestra Filarmonica di Praga), il titolo di Variable State assume ben presto un carattere indefinito, ricco di simboli e metafore che hanno tutti lo scopo profondo di indagare la natura dell'uomo, ciò che lo rende un animale sociale - talvolta costretto a dover scendere a compromessi con la propria moralità per essere accettato dal "branco" - e ciò che lo rende, al contempo, un essere così controverso.

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Ed è proprio qui, che risiede forse la "croce e delizia" di Virginia. Titolo che nasce come avventura interattiva particolarmente ambiziosa, dove lo scopo del giocatore si limita semplicemente ad assistere agli eventi e non avere un ruolo partecipativo e attivo all'azione (se non da un punto di vista empatico), la problematica principale che riscontriamo in un prodotto come quello di Variable State sta proprio nella sua eccessiva complessità, nella sua indefinitezza, nel suo non condurre lo spettatore/giocatore ai suoi significati più profondi. Forse la mancanza di dialoghi e di elementi testuali, unita ad un finale aperto che lascia i giocatori con più domande che risposte, rischia di lasciare eccessivamente spiazzata la maggior parte di coloro che non sono disposti a scavare nel proprio profondo e dare una propria interpretazione degli eventi raccontati.

L'uso smisurato di elementi "lasciati intendere" al giocatore rappresentano dunque la più grande forza di Virginia, ma al contempo anche la sua più grande debolezza. Sta al giocatore/spettatore decidere se si è disposti a scendere a questo compromesso: rinunciare all'elemento principe dei videogiochi (il controllo più o meno totale sugli eventi, dipende ovviamente da genere a genere) e gustarsi un'esperienza che ci invita e ci sfida a cogliere le sue più piccole sfumature; o al contrario, mettere via il pad/mouse e rinunciare in partenza. Il continuo proliferare di prodotti così al limite tra i vari media - di cui Virginia rappresenta probabilmente uno dei suoi esponenti più importanti e ambiziosi (accanto a The Bunker, che abbiamo recensito appena qualche giorno fa, ma in modo diametralmente opposto) - ci conduce a porci delle domande, a capire se e in che modo il medium videogioco sta cambiando, e se noi, popolo di giocatori, siamo intenzionati a scendere a patti con il metaforico Diavolo e accettare questa nuova forma di racconto/azione ibrida.

Non sappiamo, al momento, se siamo pronti davvero a dare una risposta sull'argomento. Per il momento, possiamo limitarci a valutare il prodotto di Variable State nella forma che ci è stata presentata. Virginia è un gioco immenso, intrigante e sotto certi aspetti nuovo, ma al contempo è portatore di un modo di intendere il videogioco forse troppo ricercato, che potrebbe mettere in difficoltà chi cerca in operazioni analoghe una forma di intrattenimento meno stimolanti dal punto di vista intellettivo. Se, come noi, amate esperienze cervellotiche, che trasudano cinema d'autore, Virginia è quel prodotto imperdibile da aggiungere alla vostra library. Avvolto da uno stile artistico minimalista, ma che ben si sposa ad una colonna sonora potente e di grande impatto, Virginia vale la pena almeno di un'occhiata, anche in vista del fatto che su Steam è disponibile una demo gratuita che vi permetterà di accedere al suo mondo surreale senza costi aggiuntivi.

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08 Gamereactor Italia
8 / 10
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Una trama intrigante e personaggi inaspettati; Atmosfera evocativa; Colonna sonora da brivido; Cervellotico al punto giusto per gli amanti delle opere più autoriali.
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Ancora, non è un videogioco nel senso puro del termine; Qualche calo di framerate nella versione da noi provata (PS4); Costruzione narrativa e tematica eccessivamente complessa; Mancanza di dialoghi e testi.
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