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Need for Speed: The Run

Need for Speed: The Run

L'ultimo titolo della serie Need for Speed partiva da un'idea eccellente: una corsa da San Francisco a New York. Sfortunatamente, si è rivelato una delle più grandi delusioni dell'anno.

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Need for Speed: Undercover ottenne 5/10 in una mia precedente recensione. Durante il test si era rivelato pieno di difetti fastidiosi, di grafiche imprecise, di tecnologie scarse e con poca variazione.

Need for Speed: The Run

Discutendo con la redazione, giungemmo tutti a una conclusione: qualcosa in Need for Speed doveva cambiare. EA ha pensato la stessa cosa, e lo ha fatto.

Ecco fare l'ingresso nella serie Criterion Games, creatori di Burnout. I più grandi sviluppatori di giochi racing arcade realizzarono Hot Pursuit: un titolo che mescolava il concept di base della serie NFS con Burnout. Hot Pursuit diede una boccata d'aria fresca in una serie di giochi che iniziava a invecchiare terribilmente.

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Black Box ha lavorato per quasi tre anni su Need for Speed: The Run. Un progetto costoso che, in fin dei conti, è sia una continuazione di Hot Pursuit che una battuta d'arresto. Le gare basate su missioni contro avversari controllati dal computer sono tornate, ma nel complesso non vi è nulla di appetitoso.

Need for Speed: The Run

La storia ruota attorno a Jack Rourke. Un uomo temerario con un paio di occhiali Persol, finito nelle mani di un criminale spietato che vuole spillargli 25 milioni di dollari.

Per riuscire a ottenere la somma, Jack si iscrive a The Run, una gara in stile Gumball che va da San Francisco a New York. 2000 miglia, 200 partecipanti, strade tortuose e la polizia di mezzo: 25 milioni in palio, ed è qui che il gioco comincia.

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Per la verità si comincia bene: Jack lotta, corre e si lancia in una Mustang GT500, corre per le strade di San Francisco, gira l'angolo di Union Square e inizia il suo viaggio verso New York.Lungo il percorso, deve partecipare a centinaia di mini-missioni che spaziano dal superare un numero sufficiente di avversari entro un tempo limite, colpire un certo numero di auto della polizia o evitare il fuoco delle mitragliatrici di un elicottero d'attacco dell'FBI.

Sembra divertente? Lo sembra, ma non lo è. La gara è molto più ambiziosa che in Need for Speed: Undercover, ma purtroppo non è migliore.

Need for Speed: The Run

La fisica delle auto in Need for Speed: The Run è molto incoerente. Rispetto a Hot Pursuit, Black Box ha fallito nel assegnare il giusto peso a quasi tutte le 122 auto disponibili. In un primo momento, sembra quasi di guidare una vettura che pesa 5000 kg, con collisioni dalle quali è quasi impossibile uscire, a prescindere da quanto velocemente si reagisca, mentre il freno a mano si comporta esattamente come i freni.

Perché si è scelto di creare una sensazione di guida noiosa e lenta in un gioco che dovrebbe offrire una corsa arcade veloce e semplice?. Non aiuta che il comportamento dell'IA, completamente innaturale e poco realistico.

Per esempio, attivare la funzione nitro è inutile: il Turbo Boost sembra consentirvi di avvicinarvi agli avversari più prossimi, ma l'unico effetto è una visuale distorta: sia la vostra auto che gli avversari sembrano indifferenti al protossido di azoto pompato nei vostri cilindri.

In diversi punti in ogni circuito, ci sono una serie di piccoli trucchi, o scorciatoie. Queste sono per lo più costituite da strade sterrati, ma anche se guidate una Mustang Shelby GT500 con le slick, è chiaramente più facile controllare l'auto sulla ghiaia che sul secco, caldo asfalto. In altre parole, è la prova definitiva che Black Box non è riuscita a lavorare bene con la fisica delle auto.

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Oltre agli avversari seduti in splendenti auto sportive, Jack deve anche vedersela con le forze di polizia durante il suo viaggio a New York. La polizia è in genere più veloce di tutti gli altri, e proprio come in Hot Pursuit gli sbirri sono incredibilmente aggressivi.

Prendere a sportellate un'auto della polizia a 250 chilometri all'ora sarebbe divertente, se non per il fatto che la vostra auto sembra una trave di piombo con le ruote.

Guidare oltre i blocchi della polizia a tutta velocità sarebbe potuto essere straordinario, se non fosse che ogni blocco stradale contiene solo uno stretto passaggio tra i tre veicoli parcheggiati. Qualcosa che contribuisce a creare un grande senso di frustrazione, dato che spesso non si ha il tempo di vedere quale delle tre barriere non ha una macchina parcheggiata dietro.

Ci sono molte caratteristiche del gioco davvero pessime. Scelte progettuali irritanti e dettagli poco curati.

Per esempio, è necessario raccogliere una vita extra per poter riprendere la gara dopo una collisione con l'auto della polizia. I restart si attivano automaticamente, e il loro numero è limitato. È impossibile tenerli a bada, dato che è il gioco a decidere quando riavviare un segmento.

Esempio: in una gara dovevamo scrollarci di dosso i poliziotti. Nessun problema. Ma raggiunta la fine della missione, una macchina della polizia è apparsa dal nulla a velocità supersonica, speronando la mia auto e facendola finire contro un albero.

L'incidente ha sacrificato automaticamente una delle mie vite extra, riportandomi a circa 800 metri prima dell'incidente. 800 metri dopo, accade la stessa cosa. La polizia è apparentemente pre-programmata. La stesa cosa è accaduta anche una terza volta, nonostante avessi reagito in anticipo.

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La quarta volta inchiodo prima che il gioco si riavvii. Ma non importa. La polizia compare dal nulla. Riesco a fuggire, ma ora la mia funzione Reset è quasi esaurita. Mi tocca un altro disastro e devo iniziare l'intera sequenza più volte.

Non ho bisogno di sottolineare ulteriormente questo sistema frustrante. Sembra quasi che il gioco si sia ispirato ad alcuni elementi presi a casaccio da Burnout di Criterion.

Un secondo elemento che davvero non mi piace in Need for Speed: The Run è la storia, soprattutto i famigerati Quick Time Event che avrebbero dovuto aggiungere un po' di enfasi hollywoodiana alle missioni.

Tra le diverse gare, e soprattutto nei momenti in cui Jack raggiunge una grande città come Las Vegas o Chicago - si finisce nei guai, si perde l'auto e si deve combattere con il corpo di polizia locale. In queste scene Jack può solo contare sulla velocità di reazione del giocatore. Anche se digerite i QTE, bisogna ammettere che in un gioco di corse una cosa del genere è davvero goffa.

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E poi c'è la grafica. Questo titolo è il primo gioco dopo Battlefield 3 a utilizzare il motore Frostbite 2, anche se rispetto allo sparatutto l'uso che ne è stato fatto in Need for Speed: Undercover è molto diverso.

I modelli dettagliati e le strade ben illuminate impressionano. Purtroppo il frame rate è instabile e nervoso - in particolare nei secondi cruciali di una curva difficile, o subito dopo che un rabbioso veicolo della polizia ha iniziato ad attaccarci.

Per quanto riguarda l'audio, Black Box ha fatto un buon lavoro. La selezione musicale è superiore a quell'emo-nonsense dei giochi precedenti. Il rombo del motore è decente, anche se c'è troppa somiglianza tra molte delle auto presenti.

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Riguardo al multiplayer, speravo meglio. È sicuramente più divertente competere contro avversari umani che con la stupida intelligenza artificiale, ma i tracciati rimangono blandi e fisica delle auto è sempre scarsa. Autolog è davvero un buon sistema per gestire l'online, e ci auguriamo tutti che EA continuerà a lavorarci.

L'idea alla base del gioco era molto buona: un racing game infarcito di azione sulle strade tra San Francisco e New York, con il motore grafico di Battlefield 3. A scatola chiusa, sembrava davvero eccezionale. Il risultato, però, si è rivelato una delle più grandi delusioni di quest'anno. Una corsa goffa e insignificante. Sequenze a piedi quasi patetiche, QTE estremamente irritanti. Rispetto a Need for Speed: Hot Pursuit, il gioco rappresenta un passo indietro. Rispetto al vecchio Burnout Paradise, il gioco è uno scherzo riuscito male.

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05 Gamereactor Italia
5 / 10
+
A volte la grafica è eccellente, buona selezione musicale, buona variazione ambientale
-
Grafica delle auto legnosa, pessima intelligenza artificiale, sfide monotone, frame rate instabile
overall score
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RECENSIONE. Scritto da Petter Hegevall

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