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Scott Pilgrim vs the World

Scott Pilgrim vs. the World

Azione a 16 bit, tanta ironia, glitch grafici e una lunga lista di citazioni. Scott Pilgrim vs. The World arriva come un fulmine a ciel sereno proponendosi come uno dei migliori tie-in del 2010.

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Adoro le citazioni. Il cinema di Quentin Tarantino ne è pieno e non a caso Kill Bill è uno dei miei film preferiti. Quando la citazione entra in campo videoludico, però, assume un significato diverso. Perlomeno per me. Mi spiego: nel cinema accorgersi di una citazione provoca un senso di goduria direttamente collegata alla propria cultura cinematografica. Una specie di "sono figo, perché ho capito chi stai citando!". Nel videogioco, invece, la sensazione si fa di malinconia. Diavolo, quanto fa male trovare in un videogioco del 2010 elementi vistosamente presi in prestito da videogiochi che avevo ricevuto dopo avere scritto una minuziosa lettera a Babbo natale. Certo, si potrebbe anche in questo caso parlare di cultura videoludica, ma comunque la sensazione è diversa. Non è un "sono figo, perché lo conosco" ma un "sono triste, perché ci giocavo".

In questo senso Scott Pilgrim vs. The World fa male. Un male cane. Non voglio spoilerare l'intero gioco rivelando l'oceano di riferimenti metavideoludici che ho potuto cogliervi, ma mi limiterò a dire che il gioco cita più o meno sfarzosamente Double Dragon, Super Mario Bros. 3, Ninja Turtles 2, Cadillacs & Dinosaurs, il gioco arcade dei Simpson e almeno altri cinque o sei titoli che hanno fatto la storia dei videogame.

Scott Pilgrim vs the World

Lasciamo da parte la premessa nostalgica, entrando nel vivo del gioco. Dunque, che cos'è Scott Pilgrim vs. The World? Beh, credeteci o no è un tie-in. Il titolo è la trasposizione videoludica di una serie di graphic novel, recentemente sfociate in un (ottimo) film con Michael Cera. Al di là della fonte di ispirazione, il videogioco di Scott Pilgrim vs. The World si può descrivere come un beat-em-up a scorrimento della vecchia scuola, realizzato con una grafica in finto 16 bit, una musica in 8 bit e un gameplay semplicemente arcade.

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Lo scopo del gioco è sconfiggere gli otto ex fidanzati della propria ragazza, percorrendo una moltitudine di livelli pieni zeppi di nemici da prendere a legnate. Il sistema di combattimento è estremamente semplice: calcio, pugno e salto. Si possono fare uso di mosse speciali che consumano una barra di energia, si hanno a disposizione tre vite e un numero di punti ferita, si possono "ripulire le tasche" dei nemici abbattuti e acquisire power up nei negozi lungo la strada. Insomma, un misto di vari generi e di vari giochi che, come abbiamo detto, si traduce in una caccia alla citazione talvolta più spassosa del gioco stesso.

Scott Pilgrim vs the World

In ogni caso Scott Pilgrim vs. The World è un gioco molto divertente e, come i titoli della vecchia scuola, molto difficile. Non si tratta però di una difficoltà frustrante, quanto piuttosto di quel genere di difficoltà che spinge il giocatore a provare e riprovare. Più o meno come Megaman, per fare un paragone a tema 8 bit, ma con una curva di apprendimento decisamente più docile.

Il gioco si fa decisamente meno competitivo in multiplayer, in particolare se giocato nella configurazione completa a quattro giocatori. Il divertimento per certi versi aumenta in modo esponenziale, regalando emozioni del tutto simili a quelle provate nei beat-em-up in cabinato.

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Da non sottovalutare anche la progressione dei personaggi, che apprendono nuove mosse mano a mano che si prosegue nell'avventura. Le mosse sono realizzabili con classiche combo di pulsanti e movimenti dell'analogico, una caratteristica presa in prestito dai picchiaduro alla Street Fighter che richiede non poca abilità manuale ma in molti casi indispensabile. Anche in questo caso si sottolinea l'alta rigiocabilità del titolo, che consente di provare e riprovare i medesimi livelli facendo uso delle nuove mosse apprese.

Scott Pilgrim vs the World

Infine, vanno segnalati alcuni elementi che con un parolone potremmo definire "intramediali". Ci riferiamo in particolare a tutti quei glitch grafici e soprattutto sonori inseriti qua e la nel gioco, elementi che hanno accompagnato la vita di ogni giocatore dell'era pixellosa. Impagabile sentire la colonna sonora che si congela per qualche istante, o trovare i vergognosi errori grafici durante le fasi bonus che richiamano gli orribili "quadratoni" che si generavano quando la propria cartuccia era impolverata o aveva i contatti ossidati. Anche in questi casi scende la lacrimuccia.

Ubisoft, per certi versi, ha fatto un miracolo. Trasformare un tie-in in una perla come Scott Pilgrim vs. The World non è un'impresa da poco. Certo, il gioco non è perfetto, è forse un po' troppo breve e decisamente molto ripetitivo per i canoni attuali. Eppure considerando il prezzo (poco meno di 10 euro su PSN e XBLA), considerando gli inestimabili momenti nostalgici e l'azione vecchio stile, questo titolo merita di essere giocato. Se, in particolare, avete qualche controller che vi avanza e uno o due amici over 20 disposti ad accompagnarvi... beh, non perdete un minuto di più e correte a scaricarlo!

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08 Gamereactor Italia
8 / 10
+
Grafica vecchio stile, ottimo multiplayer, splendide citazioni.
-
Molto difficile e un po' ripetitivo.
overall score
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RECENSIONE. Scritto da Lorenzo Mosna

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