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Shadows of the Damned

Shadows of the Damned

Tre dei più talentuosi uomini del Giappone videoludico si sono messi assieme per produrre uno dei titoli più pazzi di sempre. Abbiamo provato Shadows of the Damned.

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"Fottutamente fuori di testa".

Un breve sbuffo e un mezzo sorriso da parte di un uomo seduto accanto a me. Sono d'accordo con l'affermazione, non altrettanto con il linguaggio utilizzato. In verità, ci sono modi più eloquenti per descrivere Shadows of the Damned, ma la sua è la prima frase che viene in mente.

La frase potrebbe evocare l'immagine di Johnny Depp in Paura e delirio a Las Vegas. Non si può negare la bizzarria alimentata dalla droga che viene mostrata in questa demo.

Shadows of the Damned
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Il gioco è un titolo adventure in terza persona, una potente miscela delle visioni allucinofile di Stranglehold e dell'azione horror alla Resident Evil.

Ma basta notare i titoli di testa, e si resta sorpresi solo per metà. Goichi Suda e Shinji Mikami nei ruoli di regista e produttore, mentre il compositore Akira Yamaoka si occupa della colonna sonora. La presenza di tre dei nomi più rispettati del Giappone è, prevedibilmente, un po' stravagante.

Vediamo un boss coperto di sangue con un certo gusto per la carne umana. Un soprano d'opera con lanciarazzi legati a gambe e braccia. Un poderoso venditore di oggetti demoniaco i cui tentacoli si illuminano emntre esercita la propria professione. Cancelli con un volto femminile, che hanno bisogno di essere nutriti di cervelli prima che si aprano.

Ho visto tutto questo, e non ho ancora avuto modo di controllare il personaggio e il suo fedele compagno.

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Shadows of the Damned

Il gioco segue le gesta di Garcia Hotspur - una sorta di Antonio Banderas con più tatuaggi e carisma - in un'avventura nelle profondità dell'inferno per salvare la sua amata. Un inferno che sembra in ogni suo centimetro una pittoresca cittadina europea che, guarda caso, si trova nel buio perpetuo ed è popolata dai più strani demoni dai tempi di Bayonetta.

Garcia è aiutato durante i suoi viaggi da Johnson, un demone che potrebbe gareggiare con Wheatley di Portal 2 in una gara dei più buffi accenti inglesi, e il cui teschio fiammeggiante è infilzato su di un bastone di legno in possesso di Hotspur, a fungere sia da guida turistica che da torcia per le strade della città buia.

L'interazione tra le forme di buio e luce sono una delle meccaniche di gioco centrali del titolo. In qualsiasi punto un velo nero appare all'improvviso, non tanto una nebbia, quanto piuttosto una melassa nera, inghiottendo voi e tutta la zona circostante. È all'interno di questa oscurità che vivono i cattivi del gioco, e all'interno del quale si prendono costantemente danni.

La sua è quindi una corsa contro il tempo, sia per sfuggire alle trappole dell'oscurità che per distruggerla completamente. Scegliendo quest'ultima strada i demoni salteranno fuori da questa "minestra nera" e attaccheranno, pertanto la strada migliore da seguire consiste prima nel cercare di liberare l'area dalla foschia. La soluzione è di solito nascosta all'interno della zona infetta, pertanto è bene correrci dentro in fretta e cercare l'interruttore per dissipare la nebbia - una testa di capra luccicante, montata su una parete.

Shadows of the Damned

Dal punto di vista delle armi siamo limitati al nostro "teschio sul bastone". Tuttavia, mentre si può agitare il buon Johnson come una mazza, egli ha anche la capacità di trasformarsi, con la semplice pressione di un pulsante, in una pistola. Tre variazioni erano disponibili in questa demo: una pistola standard (soprannominata "il Boner", letteralmente "il Pisellone"), un fucile e una mitragliatrice. Ognuna ha una modalità di fuoco alternativo, che deve essere utilizzata prima per "ripulire" il buio e per rendere i demoni vulnerabili alle pallottole normali.

C'è un'aggiunta piacevole al gameplay nel momento degli spari. La pistola ha una sorta di puntatore laser tracciante rosso. Puntando alla testa di un cattivo appare un piccolo cerchio. Premendo il grilletto otteniamo un tiro al rallentatore, mentre la telecamera si allontana per seguire la traiettoria della pallottola e mostrare il risultato esplosivo quanto raggiunge la testa del nemico.

Vale sicuramente la pena perfezionare questi colpi mortali, dato che i demoni di solito sono in gruppo, e la grande velocità rende difficile evitare i loro attacchi. Anche se c'è la possibilità di colpirli alle gambe e farli fuori con la nostra calibro nove.

Localizzare solo la capra per risolvere il problema sarebbe fin troppo facile. La maggior parte delle volte la testa della capra è nascosta, o non esiste affatto: in questi casi una piccola scatola di fuochi d'artificio si trova nelle vicinanze, e può essere accesa per trattenere le tenebre per un breve periodo. Il tempo è l'essenza, e abbiamo bisogno correre tra una zona sicura e l'altra.

La demo si apre ad alcune sezioni del gioco, per lo più strade strette e poche aree più ampie e circolari. Durante la prova ho a) fatto i conti con il sistema di combattimento (un po' più veloce del sistema di Resident Evil) e b) affrontato gli elementi action-puzzle (una corsa frenetica tra le zone chiare del modo, per poi tornare ad a) ancora una volta).

Shadows of the DamnedShadows of the DamnedShadows of the Damned

Riesco a vedere alcune arguzie tra queste due meccaniche di gioco. Vi sono dei demoni in qualche modo mi illuminano il cammino, cagando delle fiammelle luminose. Ci sono poi bidoni pieni di luce che servono come i classici barili rossi esplosivi. Dei fantomatici pesciolini di terra che servono come lanterne se colpiti a dovere. Una lotta con il bosso di cui non posso parlare, in cui mi sono accidentalmente imbattuto mentre i tizi di EA stavano guardando da un'altra parte (un indizio: abbiamo ancora a che fare con Johnny Depp, ma questa volta, pensiamo a "Sleepy Hollow").

Finché lo sviluppatore continuerà a infilarci ulteriori elementi a sorpresa, questo gioco ha tutte le carte in regola per diventare un'avventura rock and roll. Purtroppo lo showfloor era talmente affollato da impedirmi di apprezzare il lavoro di Yamaoka con la colonna sonora.

Ma dato il nome, e i progetti passati ad egli collegati, c'è una fiducia di fondo che mi lascia capire alla perfezione cosa mi attendo da questo horror d'azione. Lo stesso vale sia per Suda51 che per Mikami-san.

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