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The 3rd Birthday

The 3rd Birthday

La serie nata oltre dieci anni fa su Playstation ritorna in esclusiva su PSP. A colonia abbiamo avuto modo di provarla assieme al producer Yoshinori Kitase, ma le cose sono parecchio cambiate.

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C'è una cosa che odio quando vado a mangiare il sushi a Milano. Parlo del tentativo di occidentalizzare i piatti per renderli più adatti ai nostri gusti. Insomma, in Italia non si mangia un toro decente (parlo del tonno, non del bovino): tutti i filetti sono magri, privi del grasso che invece abbonda nei kaiten di Tokyo. Inoltre quasi tutti i ristoranti giapponesi qui a Milano sono gestiti da cinesi... un po' come se i ristoranti italiani all'estero fossero gestiti, che ne so, da slovacchi.

La sensazione provata a Colonia nel vedere un concentratissimo Yoshinori Kitase presentare l'ultimo Parasite Eve, intitolato The 3rd Birthday, era più o meno simile alla sensazione che provo ogni volta che addento un nigirizushi qui a Milano: delusione e nostalgia del Giappone.

The 3rd Birthday

Parasite Eve, per chi non lo conoscesse (ed è legittimo, dato che l'ultimo titolo risale al 2000) è un action JRPG che ebbe un ottimo successo in Europa. Le dinamiche RPG mischiate ai numerosi elementi horror, nonché la sola presenza della carismatica protagonista Aya, hanno plasmato questa serie rendendola ormai un piacevole ricordo.

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Con The 3rd Birthday Square Enix prova a riportare in vita il franchise, modificando però in maniera più o meno radicale la formula originale. Partiamo dalla definizione di "action RPG". Nel titolo originale la dinamica action era un palliativo per un altrimenti imperante mondo RPG. Il levelling, le tattiche di combattimento, le magie... tutto era mutuato in maniera fortissima dalla tradizione tipicamente di ruolo giapponese.

Nel nuovo titolo, invece, le dinamiche d'azione subiscono un radicale avanzamento in termini di importanza, tanto da diventare quasi preponderanti rispetto alle componenti RPG. Per farla molto breve, nel gioco si muore non per tattiche sbagliate o per sopravvalutazione delle proprie capacità, bensì per una semplice prontezza di riflessi. I combattimenti si svolgono come in un canonico action shooter, con la nostra eroina pronta a colpire i nemici da lontano con potenti armi da fuoco.

La magia è stata sostanzialmente sostituita dalla nuova capacità di Aya di possedere i corpi altrui acquisendone armi, punti ferita e tecniche (idea non troppo originale, si pensi a Messiah). Possedendo un alleato questi assume istantaneamente le sembianze della ragazza, lasciandoci dunque il piacere di vedere all'opera Aya anziché un anonimo militare. Il continuo "passaggio fra i corpi" è necessario non solo per sopravvivere (i nemici, in un modo o nell'altro, sono destinati a colpirci) ma anche per sconfiggere i nemici che spesso devono essere attaccati sui lati. Ovvero, prendendo il controllo di un alleato ci si può lanciare in un attacco suicida, per poi cambiare rapidamente corpo ed attaccare il nemico ancora impegnato con il primo alleato.

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Questa volta il titolo si svolge nei quartieri di Manhattan, invasi da una razza di mostri chiamati Twisted che - a quanto pare - provengono dal futuro. Kitase non ci vuole rovinare la sorpresa, affermando che tutto ciò che concerne la storia si scoprirà solo giocando. Il fattore paura, infatti, è ancora presente sottoforma di una storia angosciosa. Kitase ha voluto creare una storia in grado di mettere a disagio il giocatore fornendo un perenne senso di incertezza, ed evitando quel tipo di paura visiva tipica dei canonici survival horror.

Sono stati però eliminati gli elementi puzzle del gioco. Ovvero, il giocatore difficilmente arriverà a punti morti del livello: il tutto si basa sul proseguimento dell'azione e la continua discesa verso l'angoscia. Per la verità nella demo mostrataci non abbiamo notato alcun elemento in grado di spaventarci, ma Kitase assicura che la storia sarà in grado di piegare le nostre menti. Vedremo.

The 3rd Birthday

Ciò che però mi perplime di più in merito alla rinascita di questo franchise si riscontra in una semplicissima risposta data da Kitase alla mia domanda: perché più action e meno RPG? "Per esigenze commerciali, per estendere il mercato a un pubblico più ampio. Gli occidentali preferiscono l'azione". E qui casca l'asino. Se da un lato posso accettare il cinese che toglie il grasso dal tonno per fare un sushi più italiano, difficilmente posso accettare un giapponese che si comporta nello stesso modo, in qualche modo tradendo le sue radici. Voglio dire, se voi apriste un ristorante italiano a New York fareste gli spaghetti col ketchup? Francamente la cosa mi fa ribrezzo, e trovo la deviazione occidentalofila e occidentalizante di Parasite Eve completamente fuori luogo.

Il titolo, in esclusiva per PSP, promette circa quindici ore di gioco. Difficilmente, però, riusciremo a trovare in The 3rd Birthday lo stesso prodotto visto dieci anni fa in Parasite Eve 2. Resta da vedere come il gioco verrà accolto una volta disponibile in Europa. Per il momento, però, le sensazioni non sono certo positive. Più o meno come il sushi cinese a Milano.

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