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The Last of Us: Parte 2

The Last of Us: Parte 2 - Una pausa dal viaggio in attesa della recensione

Abbiamo iniziato il nostro viaggio in compagnia di Ellie in questo secondo emozionante capitolo. Ecco le nostre impressioni, senza spoiler.

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Brutalità, violenza, ma anche un senso di libertà inedito. Uno stato d'animo difficile da raccontare, quanto meno a parole, per quella che è stata la nostra prova in anteprima dell'attesissimo The Last of Us: Parte 2. Quello che si prova è una sensazione di "sporco", di "marciume", di ansia...ma anche di fragilità e di umanità, nonostante tutto. Tenere il controller in mano e mantenere uno stato psicofisico rilassato è complicato quando si gioca a The Last of Us: Parte 2. Quante volte ci siamo trovati a chiudere gli occhi di fronte all'orrore, abbiamo sentito una stretta allo stomaco, ci siamo morsi le labbra per trattenere le lacrime.

The Last of Us: Parte 2 è questo, ma anche molto altro. E no, non ti racconteremo nulla di quanto abbiamo visto, sentito, giocato. Perché l'esperienza offerta dai Naughty Dog è qualcosa di così intimo e personale che è improbabile che proverai le nostre stesse emozioni, buone o cattive che siano, durante il tuo playthrough. Possiamo solo raccontarti una porzione del gioco collocata all'incirca a metà del gioco, quando alcuni eventi cruciali che vedono Ellie impegnata in questo viaggio - che ha il sapore amaro di un percorso di formazione tanto necessario quanto decisivo per questa giovane eroina - hanno cominciato ad infuocare il plot di questo sequel, tormentato tanto quanto la sua protagonista.

Come promesso a più riprese, non vi racconteremo nulla. The Last of Us: Parte 2 è un gioco che va scoperto ed esplorato da soli, e togliervi il piacere (e il dolore) di questo racconto sarebbe ingiusto. Per questa ragione, questa anteprima (e la nostra recensione, che pubblicheremo il prossimo 12 giugno) si limitano esclusivamente ad analizzare alcune delle meccaniche e delle caratteristiche in cui ci siamo imbattuti in questo assaggio del gioco, svelando ciò che che abbiamo rintracciato durante la nostra esperienza.

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The Last of Us: Parte 2

Uno degli aspetti che abbiamo più amato, per adesso, di The Last of Us: Parte 2 è il suo buon senso di libertà. Se nel primo gioco, complice anche un lancio sul finire della precedente generazione di console, era facile rintracciare un'eccessiva linearità, questo nuovo corso intrapreso da Naughty Dog lascia indubbiamente maggiore indipendenza al giocatore. Che si tratti di approccio ai nemici o del modo in cui muoversi lungo la mappa di gioco, Ellie scivola, striscia, si intrufola, si muove di soppiatto, corre via come mai visto prima con Joel nel capitolo precedente. Un'attenta esplorazione delle diverse aree della mappa permette anche di non rimanere mai a corto di munizioni e di risorse utili per fabbricare kit medici e molotov, che ci assicurano una sopravvivenza di gran lunga più semplice nel lungo periodo.

Questo senso di libertà e di modalità di approccio si lega in modo indissolubile anche all'intelligenza artificiale decisamente più reattiva dei nemici, soprattutto quelli umani, che risultano molto più imprevedibili e, di conseguenza, importanti ostacoli alla nostra avanzata. Prestare attenzione ai loro movimenti, ai loro pattern - non sempre identici - offre di gran lunga una sfida maggiore e un'azione ponderata da parte di Ellie, in modo da non cadere in un fastidioso loop che, alla lunga, renderebbe monotona l'esperienza di gioco.

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Un altro aspetto che evita quell'insopportabile senso di deja-vù è la massiccia varietà delle ambientazioni. Nonostante il clima post-apocalittico che trasuda nelle varie location del gioco, è impossibile non apprezzare la cura e l'attenzione con cui gli sviluppatori hanno dettagliato ogni angolo. Una varietà, va detto, che non si limita solo ad un mero senso estetico, ma che si sviluppa anche nel modo in cui muoversi all'interno delle aree stesse. Arrampicandosi, scivolando nel fango, nuotando, correndo o semplicemente nascondendosi dietro una copertura, anche da questo punto di vista Naughty Dog ha fatto un lavoro impeccabile.

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Di grande impatto è anche la grafica di The Last of Us: Parte 2, che non ha mancato di lasciare già a bocca aperta i giocatori anche nelle varie porzioni di gioco che Naughty Dog ha mostrato in questi anni nei vari eventi in cui è stato possibile avere un assaggio del gameplay. Possiamo confermare che il gioco è davvero splendido anche e soprattutto nella sua versione finale, con animazioni anche in-game molto accurate e realistiche, che conferiscono all'esperienza grande vitalità. Questo aspetto non si limita alle animazioni, ma si estende anche all'illuminazione, alla fisica e al sound design che impreziosiscono il gioco sotto tutti i punti di vista. Senza dubbio, il post-apocalittico visivo offerto da questo secondo capitolo è tra i più emozionanti e affascinanti visti finora.

Avremmo così tante cose da raccontarvi, ma aspettiamo il prossimo 12 giugno per darvi il nostro verdetto definitivo su The Last of Us: Parte 2. Quello che abbiamo giocato e assaporato fino ad ora è un prodotto profondo, disumano, toccante, emozionante; sembra impossibile che possano coesistere tante sensazioni così diverse tra loro in un'unica esperienza di gioco, eppure l'ultima opera dei Naughty Dog è capace di farsi veicolo di emozioni quasi antitetiche, che ti accompagnano per tutto questo lungo e complesso viaggio insieme ad Ellie. Non vediamo l'ora di poterne parlare con maggiore libertà, ancora una volta senza spoiler, la prossima settimana, il 12 giugno, ad una settimana dal suo lancio ufficiale previsto il 19 giugno.

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