The Witcher 2: Assassins of Kings

Ci sfidano i ragazzi di CD Projekt. "Ora vedrete The Witcher 2. Vi sfido a trovare in tutta la fiera un RPG con una grafica migliore di quella che vi stiamo per mostrare". Devo dire che sono riusciti a farmi incazzare. Non per l'altezzosità dell'affermazione, d'altro canto nessuno mi vieta di tornare da loro e contestarli. Mi incazzo perché nella sala di The Witcher 2: Assassins of Kings si respira un'aria di assoluta freschezza. Non parlo del condizionatore regolato su "igloo" e del conseguente torcicollo, quanto piuttosto del fatto che questi ragazzi fanno sembrare le loro presentazioni tutt'altro che professionali. Scherzano, indossano occhiali da sole al buio, ti offrono la birra polacca alle otto del mattino. Ciononostante ti fanno sedere e ti mostrano un gioco semplicemente straordinario.

The Witcher 2: Assassins of Kings vede le sue fondamenta nel suo predecessore: il gioco inizia laddove il precedente finisce, e sostanzialmente presenta numerose interazioni con il primo episodio. Chi ha finito The Witcher, infatti, potrà determinare sviluppi nella storia del secondo capitolo molto diversi a seconda delle scelte compiute nel primo capitolo. In caso contrario, il gioco durante il tutorial pone alcune domande al giocatore che determinano gli snodi narrativi altrimenti influenzati dal primo The Witcher.

La continuità tra il primo e il secondo capitolo, però, vede profondi punti di divergenza sul lato tecnico. Ed è un bene. Al di là dell'aspetto meramente grafico, certamente migliorato rispetto al precedente anche se vistosamente più "colorato", più "Fablesca", il gioco godrà finalmente di tempi di caricamento radicalmente migliorati. Gli sviluppatori ci hanno parlato delle schermate di caricamento di The Witcher, enumerabili in circa 700 unità. The Witcher 2 ne avrà quattro. Quattro schermate di caricamento per un gioco destinato a durare decine di ore. Alla faccia dell'ottimizzazione.

Altre importanti variazioni riguardano la presenza di oltre trenta armature base che modificano radicalmente l'aspetto del nostro personaggio. Inoltre si segnala la presenza di sedici diversi finali, tre diverse aperture (a seconda del finale del primo gioco, ammesso che lo si abbia giocato) e la presenza di 256 cut scenes. Quest'ultimo aspetto è forse il meno convincente: perché fare un ricorso continuo a cut scenes anziché far progredire la storia in modo "naturale"? Il gioco, in ogni caso, dovrebbe durare svariate decine di ore, un tempo sufficiente a diluire l'altrimenti bulimica presenza di sequenze non giocabili.

Un altra aggiunta è data dalla sostanziale libertà affidata al giocatore in materia di esecuzione delle quest. Per dimostrare questa importante novità gli sviluppatori hanno visualizzato su di un grande schermo due quest giocate da due giocatori diversi, i quali hanno scelto diverse strade all'interno del medesimo dungeon e diversi stili di combattimento. È possibile, ad esempio, eseguire una missione in modo silenzioso, trasformando l'action RPG in uno "stealth RPG". Oppure, al contrario, è possibile farsi strada con la forza, abbattendo tutti i nemici. O ancora, si può scegliere la via diplomatica e proseguire parlando con le giuste persone nel momento giusto.

In merito al sistema di combattimento, è stata introdotta una nuova modalità "fistfight" per il combattimento a mani nude, la quale simula un combattimento corpo a corpo rendendolo più avvincente e meno legnoso del canonico combattimento presente nella gran parte degli action RPG. Per chi scegliesse invece la via stealth, attraverso l'uso di alcune pozioni è possibile individuare i nemici attraverso il loro calore corporeo e/o individuare i punti della mappa che provocano rumore se attraversati. Una pozzanghera per terra, pertanto, viene segnalata con una luce blu indicando al giocatore di evitarla per non attirare l'attenzione di nemici ignari.

"Sneak or fight? It's up to you", affermano gli sviluppatori. Entrambe le modalità sembrano equamente bilanciate: lo stealth consente momenti densi di brivido, mentre l'approccio combattivo porta a rischi maggiori ma garantisce alcune splendide sequenze di combattimento.

A questo si aggiunge un ambiente davvero impressionante. Gli sviluppatori si sono soffermati per mostrarci la mappa nella sua interezza: gli spazi sono vastissimi, e gli ambienti aperti semplicemente sconvolgenti. Come detto l'impatto visivo questa volta lascia una sensazione di "colore", curiosamente presente anche nei dungeon di una segreta. Una scelta probabilmente dovuta all'arrivo del gioco su console e al conseguente ampliamento del pubblico potenziale.

L'attesa per il nuovo titolo CD Projekt è tanta. Se il primo titolo ci aveva in qualche modo sorpreso (chi avrebbe mai scommesso in uno studio polacco al suo esordio?), il secondo episodio ha le caratteristiche per confermare il talento di questo studio di sviluppo. L'unico dubbio rimane in merito alle versioni console: influenzeranno lo sviluppo della versione PC? Speriamo proprio di no.