Ricchezza: è la prima e forse unica parola che viene in mente quando si gioca a The Witcher 3: Wild Hunt. L'opulenza della grafica open-world - che trasuda diversità in ogni quest, svago e passatempo a nostra disposizione - dialoghi coinvolgenti, un lavoro sul doppiaggio eccezionale, una mitologia ben dettagliata, un eccellente character design e combattimenti divertenti. In altre parole, questo action-RPG si fa beffa della superficialità insita nelle missioni e nella storia presenti in titoli sandbox minori, anche se va detto che non tutto nel gioco è perfetto quanto una "O" di Giotto...
Vestiamo i panni di Geralt di Rivia, un cacciatore mutante che lavora su commissione e che sta battendo il mondo di gioco per una quest molto personale, una di quelle che permette di intrecciare la nostra storia e il nostro destino con quelli di tanti altri personaggi che incroceremo lungo il nostro cammino. Da questo arco narrativo principale si dipanano molteplici storie e quest, di cui alcune importanti, altre minori, ma tutte comunque interessanti. Difficilmente vi troverete ad affrontare missioni in cui vi si chiede "Vai a prendere questo, Uccidi X di questi", un genere di missioni che affliggono altri titoli RPG. Quello insito in The Witcher 3 è il nuovo standard di riferimento per il genere.
Ognuna di queste missioni offre la possibilità di guadagnare XP, ottenere oggetti ed equipaggiamenti, ma anche uccidere mostri. Il combattimento in tempo reale è fondamentale per sopravvivere alla natura selvaggia che ci circonda - ma anche alla vita di città, alle volte - in Witcher 3. Abbiamo a disposizione due spade: una per affrontare gli esseri umani, l'altra i mostri, che Geralt sguaina automaticamente sulla base dello scontro che si trova ad affrontare. È possibile eseguire attacchi forti e veloci, bloccare, effettuare parate. Abbiamo a disposizione cinque incantesimi - qui chiamati Signs - che possono essere rapidamente selezionabili schiacciando semplicemente i pulsanti frontali, un elemento che offre un mix di abilità offensive e passive. Se ne lanci uno, questo prosciugherà la barra degli incantesimi, e avremo bisogno che si ricarichi prima di poterne utilizzare uno nuovo. Oltre a questo, poco più avanti nel gioco si avrà la possibilità di ottenere una balestra per gli attacchi a lunga distanza.
Di primo acchito, le opzioni a disposizione in The Witcher 3 sembrano davvero limitate, ma - come vedremo - per ogni cosa in Wild Hunt, è tutta questione di sfumature. E di conoscenza. Ad esempio, usare la spada a cavallo può darci la possibilità di decapitare un avversario, ma l'operazione richiede più tempo e una maggiore coordinazione rispetto a quando siamo a piedi, così come una diversa velocità e una diversa angolazione per riuscire ad effettuare un attacco di successo.
Troveremo tantissime creature e tantissimi personaggi da affrontare e ciascuno richiede un approccio diverso per sconfiggerlo, e ognuno è suscettibile ad un particolare Sign. Se ci troviamo ad affrontare una mostruosa creatura gigantesca, per il combattimento ravvicinato è largamente consigliato usare un'armatura potente. Le tattiche per affrontare un gruppo di banditi saranno completamente diverse da quelle che adopereremo per sedare un branco di lupi inferociti. E' fondamentale capire quando è il momento di schivare e quando semplicemente basta rotolare. Il combattimento di base è sempre stimolante, teso, emozionante.
Poi, beh, l'importante è aguzzare l'ingegno e trovare una soluzione al volo. E' chiaro che gli animali con pelliccia reagiscono maggiormente ad un incantesimo di fuoco, ma cosa succede quando si viene attaccati mentre si è a piedi da un bandito a cavallo, e bisogna capire al volo che il modo migliore per affrontarlo è gettargli un rapido incantesimo, che vi permetta di ottenere il controllo mentale del suo destriero, il quale lo scaraventerà giù dalla sella e lo renderà vittima della vostra spada?
La diversità delle situazioni fanno coppia con un altro aspetto: i nemici non sono del vostro stesso livello. Se è vero che quando vi imbattete in una quest, ancor prima di iniziare, vi viene suggerito un livello di XP consigliato, non verrete assolutamente avvisati dei pericoli che popolano la campagna. Abbiamo incontrato un grifone mentre passeggiavamo in montagna, che ci ha ucciso con un solo colpo. Abbiamo impiegato dieci minuti ad uccidere un gigantesco Demonio al termine di una missione della quest principale e ci siamo sentiti dei fenomeni, per poi essere messi a tappeto durante una rissa con due saccheggiatori neanche mezz'ora più tardi. Se rimanete bloccati nel bel mezzo di un gruppo di appostati, la vostra barra della salute verrà fatta fuori in pochi secondi. Il gioco vi tiene costantemente sulle spine.
C'è un elemento importante con cui bisogna purtroppo fare i conti che, seppur teoricamente sia una delle risorse migliori del gioco, si trova bloccato da un sistema di menu piuttosto complesso e un tutorial abbastanza discutibile. Concettualmente, l'allenamento è una parte importante per sopravvivere in The Witcher. E' molto importante prepararsi alle battaglie studiando menu che suggeriscono a quali pozioni e oli i nostri obiettivi sono deboli. Idealmente ci si trova completamente sopraffatti dal lore del mondo, ma in realtà equipaggiarsi adeguatamente si rivela il modo più veloce per concludere i combattimenti.
Pozioni, oli e aggiornamenti devono essere preparati prima. Come nella maggior parte dei giochi di ruolo, i materiali che utilizziamo per le nostre creazioni provengono da casse e scrigni nascosti in tutto il mondo, o raccogliendo erbe in giro per le campagne. Grazie alla ricchezza di diversivi che il mondo di gioco offre, cercare, ad esempio, gli ingredienti per un veleno, vi potrebbe condurre ad una serie di divertenti sotto-missioni. Tuffarsi nei laghi per raccogliere erbacce subacquee, saccheggiare rovine sotterranee per cercare determinati ingredienti, tenere d'occhio un altro mostro da uccidere per ottenere mutageni: insomma, in The Witcher 3 non ci si annoia mai.
Ma non sempre va così. Avevamo bisogno del Wolfsbane per avvelenare un licantropo che guarisce molto facilmente. Non avevamo idea di dove crescesse (in collina? sul lago? in un bosco?), e l'unico erborista che avrebbe potuto vendercene un po', era molto lontano da noi. E questo ci ha portato a compiere una lunga deviazione. Da un'altra parte, volevamo forgiare delle armature secondo degli schemi che abbiamo trovato, ma servivano dei Dark Plates per completare la nostra opera. Abbiamo dovuto trovare un fabbro e faticosamente usare la nostra mercanzia raccolta una ad una per capire se poteva tornare utile per procurarci il materiale che ci serviva, e quando tutto questo non ha portato a nulla, abbiamo dovuto sperare di incappare in qualcuno a caso lungo la strada. Alcune indicazioni sarebbero state di grandissimo aiuto.
Il sistema di menu presente nel gioco non si adatta per nulla ad un sistema di gestione semplice, e dal momento che oramai siamo in fase avanzata nel gioco, cominciamo a risentire di una certa confusione nella loro organizzazione. La nostra sensazione è come se ci fossimo persi un elemento importante del gioco, e il combattimento diventa a poco a poco molto lento, mentre cerchiamo di sconfiggere il nemico sapendo che avremmo potuto essere meglio equipaggiati e quindi avere una migliore possibilità di sopravvivenza.
Da questo punto di vista, il gioco è poco benevolo nei confronti di chi si approccia alla serie per la prima volta. E' vero, la scelta di diluire l'aspetto RPG puro e crudo con una parte più dichiaratamente action può essere vista come un'apertura a nuovi possibili giocatori, ma è innegabile che manchino suggerimenti o spiegazioni per tutti coloro che non sono grandi giocatori hardcore, che giocano al genere solo ed esclusivamente su PC. Il gioco avrebbe potuto essere molto più accessibile e, di conseguenza, molto più divertente per tutti. Ciò che tuttavia non uccide il nostro entusiasmo è la presenza di combattimenti non insormontabili, ma comunque più difficili. Una battaglia in una grotta umida contro un antico Foglet - un goblin spaventoso che evapora ad ogni colpo di spada inflitto per poi riapparire alle nostre spalle - è emozionante proprio perché siamo impreparati.
Seppur complesso, il sistema di XP si rivela comunque molto più chiaro, un sistema profondo che farà la gioia degli appassionati dei potenziamenti e degli aggiornamenti del personaggio, in cui è fondamentale leggere tutto per bene proprio per decidere ciò che meglio si adatta al proprio stile di gioco. E' vero, non è Skyrim, ma lo studio di sviluppo si è impegnato parecchio anche in questo frangente, riuscendo ad accontentare anche i giocatori più esigenti. Inoltre, non esiste una sola combinazione adeguata e giusta, ma potete muovervi in modo autonomo e sulla base delle vostre preferenze.
Allo stesso modo, anche per la storia non esiste una sola e unica direzione da intraprendere. Ci piace il fatto che la storia si costruisca sulla base delle nostre scelte: possiamo porre domande ulteriori nel corso di una conversazione, o essere bruschi e andare dritti al punto. Ovviamente, ogni azione comporta una conseguenza, e non sempre le scelte sono semplici. Ci sono molte sfumature, proprio come in ogni stagione di Game of Thrones.
Detto questo, non ci ha entusiasmato la possibilità di passare da un personaggio all'altro come modo per raccontare due storie in parallelo, anche perché il combattimento si semplifica e l'XP viene bloccata quando si gioca nei panni di Ciri. Anche se le opzioni di combattimento non differiscono tanto da quelle principali, l'offerta di base risulta comunque meno incisiva; tuttavia, la storia e i dialoghi si rivelano ancora una volta interessanti.
E per quanto riguarda i dialoghi, ne troverete un sacco in Wild Hunt. Proprio come accadeva in Red Dead Redemption e Elder Scrolls, è facile venirne sopraffatti e perdersene qualcuno, oppure dimenticarsi qualche personaggio. I personaggi NPC sullo sfondo chiacchierano non appena si entra nei villaggi e nelle città, e questo elemento aggiunge ulteriori suggerimenti riguardo al resto del mondo. Non vogliamo vedere questo aspetto come qualcosa di negativo, anzi, a nostro parere aggiunge ulteriore ricchezza al mondo di gioco.
Il nostro consiglio? Fermatevi in una regione e scoprite quali missioni e quests si possono trovare nei dintorni per il vostro livello, prima di passare ad altro. Tutti i luoghi hanno missioni di vario livello e quindi spesso vi troverete a rivisitare qualche zona, ma correre tra le diverse aree per sbloccare missioni vi porterà ad accumulare una marea di missioni, che oltre a perdere di impatto, rischiano di farvi perdere il contatto con le persone ad esse collegate. Il rischio è quello di perdere traccia di ciò che sta succedendo, e quindi smettete di preoccuparvene.
In speedrun, il gioco dura esattamente le 25 ore confermate da CD Projekt. Ma per quale motivo dovreste andare di fretta, se c'è un mondo così interessante da esplorare? Sulla mappa troveremo bacheche e NPC segnalati da punti interrogativi con potenziali incognite in quelle posizioni, ma c'è molto altro da scoprire nel mondo di gioco. Se preferite, potete disattivare gli indicatori HUD e lasciare briciole sul vostro percorso per tornare agli obiettivi. Gli NPC sono molto utili in questo senso, e gli sviluppatori hanno utilizzato indicatori visivi che vi permettono di arrivare nella zona giusta. Ricercare indizi con il senso Witcher è più coinvolgente rispetto a quando abbiamo un conto alla rovescia per il nostro prossimo checkpoint.
Il mondo di gioco è caratterizzato da un design tipico dell'Inghilterra medievale con l'aggiunta del classico folklore europeo. Gli effetti della guerra sulla popolazione e sul territorio, la continua paura dell'ignoto avvicinano questo titolo a Game of Thrones, con un pizzico di quella atmosfera rintracciabile negli horror di Del Toro. Tutti e tutto hanno una sorprendente profondità, una storia propria. Prendetevi del tempo per immergervi in questo affascinante mondo di gioco e resterete in estasi di fronte alla cura e alla dovizia di particolari di cui il mondo è intriso.
The Witcher 3: Wild Hunt è un gioco pieno di varietà e di contenuti coinvolgenti. E il fatto che non ci siamo emotivamente legati a Geralt tanto quanto a John Marston di Red Dead o Joel ed Ellie in The Last of Us, può derivare semplicemente da un problema intrinseco al genere fantasy, in quanto si contrappone in modo netto al mondo reale, o dal fatto che abbiamo di fronte un personaggio la cui personalità e le cui relazioni dipendono fortemente dai due giochi precedenti. E' un gioco molto buono, non c'è dubbio; peccato che la struttura dell'inventario e il sistema di crafting non siano all'altezza della sua eccellenza.