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Transformers: Dark of the Moon

Transformers: Dark of the Moon

Esistono i videogiochi. E poi esistono i tie-in cinematografici. A volte questi due mondi si incontrano e danno luogo a qualche titolo interessante. Ma non è questo il caso.

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Se volessimo trovare un buon esempio di come le scadenze imposte dai tie-in cinematografici influenzino sulla produttività e sul controllo qualità di uno sviluppatore, potremmo tranquillamente utilizzare Transformers: Dark Side of the Moon.

Non è che High Moon Studios non sia in grado di produrre. War on Cybertron dello scorso anno ci aveva sorpreso con la sua qualità, e benché l'influenza di Gears of War non poteva essere trascurata, il titolo aveva fatto un buon uso della sua licenza.

Transformers: Dark of the Moon

Ne parliamo perché questo stesso sviluppatore ha creato questa roba qui. L'ennesima, pessima iterazione sia in questo franchise che nel genere dei tie-in cinematografici, le cui colpe si possono tranquillamente identificare nella scarsa quantità di tempo a disposizione da parte degli sviluppatori. Un peccato, perché ci sarebbe piaciuto vedere le creazioni di questo studio senza l'ombra di Michael Bay intenta a frustare le loro schiene.

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Transformers: Dark of the Moon è un prequel del blockbuster cinematografico (nei cinema a partire da questo mese), che dovrebbe guidare il giocatore verso la guerra che si scatena nel film. Per una volta non sembra una scappatoia: l'idea è buona, dato che tra il secondo e il terzo film ci sono un sacco di lacune (anche se non sapremo mai che diavolo è successo a Megan Fox).

Transformers: Dark of the Moon

La campagna è suddivisa in sette capitoli, con un nuovo Transformer da controllare in ciascuno di essi, mentre la storia salta tra Autobot e Decepticon, anche se i nemici sembrano avere appreso le proprie tattiche dallo stesso manuale.

La mancanza di variazione è in qualche modo aiutata dalla possibilità di trasformare il proprio robot in un veicolo. Camion, auto sportive o veicoli blindati, con turbo che si attivano con i pulsanti posteriori, in grado di travolgere i nemici. Una meccanica semplice ma interessante, che sarebbe potuta essere qualcosa di veramente buono se lo studio vi avesse dedicato il giusto tempo.

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Transformers: Dark of the Moon

Giocare sottoforma di veicolo è più divertente di controllare un robot bipede che sembra non essere in grado di ingranare una marcia al di fuori della prima. Una terza forma, denominata "stealth force", consente di mitragliare i nemici e scaricare raffiche illimitate di proiettili su di loro. Tuttavia, essendo estremamente utile, il ritmo di gioco ne soffre poiché si tende ad usarla di frequente.

Un altro problema è dato dal design dei livelli, stretti e costrittivi rispetto alla guerra in campi aperti di Cybertron, un altro indizio della produzione con tempi tiratissimi piuttosto che di precise scelte stilistiche. La mancanza di una modalità co-op non fa altro che aggravare le cose.

Transformers: Dark of the Moon

In effetti c'è una modalità multiplayer, ma il design scialbo la giocabilità generica si traducono in una scarsa attrattiva dal punto di vista del multigiocatore. Aggiungiamo ciò a una grafica scarsa, tempi di caricamento lunghi ed abbiamo fra le mani un gioco da consegnare al proprio demolitore di fiducia. Almeno non si sentirà solo, grazie alla compagnia di titoli come Terminator: Salvation, Iron Man 2, così come dei precedenti tie-in della serie Transformers. Nel frattempo, restiamo in attesa del prossimo "vero" titolo Transformers prodotto da High Moon Studios, magari un titolo che non soffra delle stesse, evidenti limitazioni di questo titolo.

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04 Gamereactor Italia
4 / 10
+
Ottima varietà di robot con cui giocare
-
Grafica orribile, pessima intelligenza artificiale, level design scarsissimo, battaglie ripetitive
overall score
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