War of the Roses, il gioco d'azione in terza persona firmato Fatshark e Paradox Interactive, si svolge sullo sfondo della guerra civile inglese del XV secolo. I due rami della famiglia dei Plantageneti, le case di York e Lancaster, erano in guerra e questi due potenti dinastie combatterono una guerra lunga e brutale per il trono inglese.
L'unico obiettivo del gioco è il multiplayer, in quanto non vi è alcun senso nel giocare contro l'intelligenza artificiale. Se vi piacciono i giochi intrisi di narrazione lineare, questo potrebbe non fare al caso vostro. Ma chi cerca un po' di azione, è invitato a continuare a leggere.
Nel gioco si controlla un soldato solitario e, in squadre fino a 32 giocatori, ci si impegna in battaglie brutali e coinvolgente attraverso una selezione di sette mappe ispirate storicamente e ambientate in luoghi vari, in giro per l'Inghilterra. L'obiettivo principale del gioco è la prima delle tre guerre tra le due case, e Fatshark spera che un sequel in grado di narrare la prossima guerra non sia troppo lontano.
Scegliere una fazione è semplice, in quanto non vi è poca differenza tra le due fazioni. Come ci ha spiegato il produttore Gordon van Dyke ci ha spiegato, la città di York era effettivamente sotto il controllo dei Lancaster sotto il conflitto, e così la geografia e la politica hanno un influenza sulla fazione scelta. Ma scegliere è necessario: cliccando su una rosa rossa o bianca si scende nel campo di battaglia, e una volta che ci viene assegnata una squadra, è il momento di darsi da fare.
Ma prima di andare in guerra, probabilmente vale la pena di dare un'occhiata dietro le quinte della premessa, che è solo un aspetto della Guerra delle Due Rose. Dietro una spessa lastra di accuratezza storica, vi è un gioco multiplayer profondo e complesso, che non vi conquisterà in una sola nottata di gioco. C'è una curva di apprendimento ripida ma, per fortuna, la progressione è un piacere - non un lavoro di routine.
La prima volta che un giocatore si siede di fronte a War of the Roses, ci sono solo un paio di loadout di armi tra cui scegliere. Dopo un paio di partite giocate, se ne sbloccano altri tre. Naturalmente, i crediti acquisiti nel gioco possono essere spesi per la personalizzazione del proprio soldato.
Progredendo attraverso i livelli, guadagnando la valuta del gioco, si sbloccano accessori, vantaggi e più opzioni diventano disponibili. La scelta è ampia, e il personaggio può essere adattato a gusti molto particolari. È possibile regolare quasi tutto, dal tipo di visiera fissata al casco, fino alla tipologia di punta delle proprie frecce.
Le opzioni di personalizzazione disponibili per i giocatori qui sono tra le più vaste e impressionanti che io abbia mai visto. È possibile modificare le preferenze personali nei minimi dettagli, e rendere più tamarra la propria armatura con ogni genere di accessorio inutile. Ho scelto una rapa gigante rossa per il mio stemma.
Il primo ruolo si suppone che sul campo di battaglia è quello di un valletto. Armato di una spada appuntita e senza alcun indizio, non ci vorrà molto tempo prima che il proprio personaggio finisca a terra colpito da una spada. I primi minuti con questo gioco sono brutali.
La ragione dietro questa introduzione inevitabilmente brutale è data dai difficili controlli. Ci si può preparare in una certa misura (c'è una modalità bot per aiutarci), ma anche con la pratica, i primi passi nel gioco saranno ben lungi dall'essere perfetti. Un clic e il vostro mouse invierà la propria arma nella direzione desiderata - sinistra, destra, in alto e in affondo - ma gli attacchi sono lenti e il movimento è impacciato. Si possono attaccare i propri nemici in vari modi, ma questo può portare a lunghi duelli tra i giocatori che cercando vicendevolmente di individuare il punto debole altrui.
I colpi della spada (o dell'ascia, lancia, alabarda, ecc) possono essere facilmente deviati con un colpo dello scudo al momento giusto. In realtà, durante le sessioni iniziali, molti spendono un sacco di tempo a nascondersi, a defilarsi, sperando in un sostegno della propria squadra.
Ci vuole un po' per abituarsi, e anche dopo diverse ore non ci si sentirà a proprio agio con la propria arma. Per fortuna, dopo un breve periodo di tempo con il gioco, ci sono un sacco di opzioni messe a disposizione per coloro che non amano le configurazioni iniziali e sono bramosi di provare qualcosa di un po' diverso.
Vi sono diverse classi. Oltre ai Vassalli, vi sono opzioni per i Balestrieri, gli Arcieri e i Cavalieri a Piedi. La balestra è un'arma potente a distanza, ma ci vuole un sacco di tempo per ricaricarla Gli Arcieri hanno un tempo di ricarica molto più veloce e un raggio d'azione decente, mentre i Cavalieri a Piedi sono letali nel combattimento ravvicinato, e spesso indossano una visiera sul proprio elmo per gettarsi nella mischia.
Al di là delle quattro classi predefinite, ci sono slot personalizzati in attesa di essere acquistati. È qui che le persone possono sbizzarrirsi, e si possono utilizzare i soldi guadagnati nelle partite per acquistare oggetti e strumenti che ci rendano più temibili sul campo di battaglia. Le classi iniziali sono tutte ben fornite, adatte ai nuovi arrivati, ma se si crea il proprio load-out si mette in scena una reale flessibilità. I niubbi non scenderanno necessariamente in campo in condizioni di svantaggio, ma i giocatori più esperti hanno la possibilità di creare sfumature che fanno la differenza.
Solo negli slot personalizzati si possono acquistare i cavalli i quali cambiano spesso l'esito della battaglia. Anche se un fantino è un obiettivo innegabilmente più grande e facile da colpire, è incredibilmente efficace nell'abbattere i combattenti a piedi. Un certo numero di frecce è sufficiente per abbattere il cavallo, e il cavaliere disarcionato è costretto a combattere a piedi, ma una carica di cavalleria ben coordinata può essere devastante per un avversario in prima linea.
Se cadete per una carica di cavalleria, o per la freccia di un arciere, o per un'ascia, si entra in uno stato di limbo (a meno che non siate stati uccisi istantaneamente). In questo stato si guarda la scena che si svolge attorno a voi, e se la tua squadra vince la battaglia, i giocatori possono ritornare in vita. In alternativa, se le cose non vanno bene, la squadra avversaria può ammazzarci per ricevere un bonus in esperienza. Tuttavia, questo può essere evitato se si decide di arrendersi prima di venire giustiziati.
Le esecuzioni sono violenti e brutali, e non per i deboli di cuore. Scudi, coltelli e spade si infilzano nelle teste dei caduti. La decisione di uccidere o meno il nemico caduto viene ridiscussa in continuazione. Il nemico potrebbe riprendersi, oppure potrebbe morire ancora prima di raggiungerlo. Sono decisioni da prendere.
Tecnicamente, siamo certi che il gioco giri a 60fps costanti, e questo elevato frame rate è stato fissato per bloccare gli errori del client. Fatshark vuole che War of the Roses sia il più preciso possibile, e gli aggiornamenti costanti del gioco mirano a garantire tale aspetto. Inoltre, vi è un sistema complesso che determina i punti di danno per ciascuna parte del corpo colpita.
L'attenzione al dettaglio si spinge anche oltre, dato che sia armi e armature giocano il loro ruolo nella distribuzione dei danni. Ovviamente tutto ha un senso, dato che se si colpisce la carne nuda si infliggono più danni, mentre se si colpiscono le armature si può rovinare la propria spada.
Ci sono due modalità di gioco: Deathmatch e Conquest. Entrambe sono piuttosto semplici, e in questo senso il gioco è tutt'altro che all'avanguardia. Il Deathmatch vede le fazioni in guerra rivolte l'una contro l'altra in una gara alle prime 100 uccisioni (o fino a quando il timer si esaurisce). Conquest si concentra su vari punti di cattura, con la squadra che domina una quantità crescente di punti guadagnati. Ogni posto fa salire un punteggio, e chi raggiunge l'obiettivo prefissato vince. È subito chiaro chi sta vincendo, e che cosa è necessario fare per evitare che la partita si concluda con una sconfitta.
Nel complesso, il gioco è graficamente discreto, anche se appare evidente come gli sviluppatori abbiano pensato di progettarlo per funzionare su una vasta gamma di macchine. La grafica è funzionale, spesso gradevole, ma non lascia a bocca aperta. C'è anche qualche bug: le scale sono difficili da salire (e, a volte, si finisce per cadere), e le piante spesso spuntano davanti ai nostri occhi, quasi fossero emerse dal nulla.
L'audio è perfettamente accettabile. Non c'è molta varietà negli effetti sonori, ma data l'impostazione non ci si aspetta troppo. Il tintinnio delle spade che si scontrano è una presenza costante sia nel gioco che nel menu. La colonna sonora è stata ben scelta, con una musica storicamente ispirata ai canti gregoriani, con buoni risultati. Le carenze tecniche del gioco, insomma, si possono sorvolare.
L'impostazione non è per tutti i gusti, e il ritmo del combattimento è volutamente lento, che potrebbe non piacere a una generazione di giocatori abituati agli sparatutto frenetici. C'è anche una curva di apprendimento ripida, e i frustranti incontri iniziali potrebbero risultare scoraggianti.
Detto questo, ho davvero apprezzato il mio tempo speso in War of the Roses. È un gioco ricco di storia, è profondo e premia la sperimentazione. Non me la sento di consigliarlo a tutti, ma se hai finito di leggere questa recensione e sei ancora incuriosito, dovresti assolutamente valutarne l'acquisto.