Quelli di Level-5 sanno fare i videogiochi. Professor Layton, Ni No Kuni, Inazuma Eleven: questi sono solo tre dei più grandi nomi usciti da questa azienda di Fukoka, che - in Giappone e all'estero - è ormai diventata sinonimo di qualità. Ogni volta che viene annunciato un gioco a marchio Level-5, dunque, è giusto rivolgergli un'attenzione particolare, anche quando si tratta di un prodotto di nicchia. E Weapon Shop de Omasse è proprio uno di questi prodotti: un gioco per pochi eletti, che si rivolge a una fetta di mercato molto difficile da descrivere ma che, per questa ragione, merita di essere scoperto.
Non è facile classificare Weapon Shop de Omasse entro i canoni di un solo genere videoludico. La sua struttura è nidificata, e vede allo strato superiore il curioso genere dei meta-videogiochi. Nel gioco, infatti, interpretiamo un apprendista fabbro in una bottega di armaioli all'interno di un videogioco di ruolo degli anni Ottanta. I personaggi sono apparentemente consapevoli di essere parte di un videogioco, si autodescrivono come "eroi" e "NPC", tutti sono volti a combattere il Signore del Male e per farlo necessitano di armi con determinate caratteristiche. In breve, si tratta di una grossa parodia degli RPG con struttura classica, in stile Final Fantasy, visti dalla più unica che rara prospettiva dell'armaiolo, personaggio presente in ogni gioco ma il cui spessore non va mai al di là di poche righe di dialogo. In questo caso la professione viene nobilitata, ma al contempo è continuamente messa in discussione dalle battute al vetriolo del nostro mentore, un burbero omaccione proprietario del negozio.
La seconda struttura aderisce ai canoni del genere ritmico. La cosa è piuttosto bizzarra: per forgiare le armi bisogna eseguire un piccolo gioco musicale e battere il ferro a tempo di musica. Per ogni colpo andato a segno con il giusto tempismo (e sulla parte giusta del ferro rovente) viene assegnato un punteggio, il quale determina il bonus finale dell'arma. La velocità nel forgiarla e nel raffreddarla in un catino di acqua determinano la durezza e la capacità di infliggere punti critici.
In terzo luogo, vi è anche una componente di ruolo. Per la verità, il gioco prende soltanto una piccola parte degli elementi tipici di ogni RPG e li applica alle nostre armi. Ogni spada, mazza o lama ha un punteggio e varie caratteristiche: le armi migliorano con il tempo se utilizzate dagli eroi e se lucidate in un apposito minigioco. Il nostro compito è assegnare l'arma giusta all'eroe che ce la richiede, quindi seguire le sue vicende attraverso una sorta di trasmettitore a distanza, che tramite linee di testo (spesso con dialoghi surreali e tanta ironia rivolta al mondo dei giochi di ruolo) ci comunica l'esito delle battaglie. Alla fine di ogni giornata viene calcolato un punteggio: il nostro fabbro può dunque salire di livello e imparare a forgiare nuove armi.
Infine, vi è una componente gestionale che ci obbliga a raccogliere denaro e ad utilizzarlo per acquistare i materiali e i potenziamenti magici. Il nostro fabbro non vende armi, ma le affitta. Di conseguenza, se un eroe viene sconfitto in battaglia, perde l'arma o la rompe non riceveremo nulla in cambio. Il gioco, dunque, ci spinge a forgiare l'arma migliore e ad assegnarla al giusto eroe di passaggio.
L'originalità di Weapon Shop de Omasse è qualcosa di indiscutibile. Si tratta di uno dei videogiochi più strani e unici degli ultimi anni, e certamente una delle produzioni più curiose mai realizzate da Level-5. La qualità dei giochi di questo studio di sviluppo è presente anche in questo prodotto, ma al contempo tanta bizzarria soffre di alcuni problemi nel gameplay.
Anzitutto, la parte ritmica si compone di una manciata di canzoni che tendono a ripetersi fino allo sfinimento. Soltanto con le armi più complesse si arriva a percepire la componente ritmica come importante: per i primi quattro o cinque livelli, ci si ritrova a compiere sequenze ripetitive senza una vera e propria sfida. Le tempistiche con cui le quest giungono nella nostra bottega sono calibrate male: vi sono alcuni momenti morti nei quali si è costretti ad accelerare il tempo di gioco nell'attesa che succeda qualcosa. D'altro canto, in un titolo che vuole metterci nei panni di un fabbro in un RPG, la cosa si potrebbe definire "realistica", e - forse - gli sviluppatori lo hanno fatto apposta. Ma, d'altro canto, tanta attesa è deleteria nei confronti del gameplay, e non vi è dubbio che in alcuni momenti ci si stufi davvero.
Buona parte del divertimento risiede nella parte meno interattiva del gioco: la lettura delle avventure dei nostri eroi a cui abbiamo affittato un'arma. Purtroppo il testo giunge nella sola lingua inglese, ma se conoscete la lingua vi divertirete parecchio nel leggere le strampalate e spassose avventure di personaggi principali e NPC alle prese con mostri e situazioni di ogni tipo.
Nel complesso, Weapon Shop de Omasse è un gioco più unico che raro. Ha la capacità di effettuare una profonda commistione di diversi generi, ottenendo una miscela davvero particolare ma che, al contempo, non raggiunge mai vette di eccellenza. Lo stile grafico e la cura di Level-5 sono presenti, e il gioco è avvolto da una profonda ironia messa in risalto dai buffi personaggi che incontriamo e dal divertente comparto sonoro, con tanto di risate in stile sit-com dei primi anni Novanta. Di certo non è un gioco per tutti i palati, e difficilmente riuscirà ad emergere dalla nicchia che esso stesso si è scavato. Ma, se siete dell'umore giusto e siete aperti a questo genere di stramberie, il gioco è certamente consigliato.